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Louis Vuitton Trophy Dubai

Si corre a Dubai l’ultimo atto del circuito dei diversi eventi che con l’organizzazione di WSTA e Louis Vuitton hanno animato l’ultimo anno di regate, eventi voluti per tenere in vita i sindacati che hanno ambizioni di Coppa America. Con un pizzico di ironia si può anche scrivere che è il “funerale” delle vecchie barche inventato per la Coppa America del 92 e che per una ventina d’anni hanno reso possibile un grande spettacolo. Gli americani di Bmw Oracle e soprattutto il loro skipper Russell Coutts con un colpo di spugna, ormai è noto, hanno scelto una strada nuova: quella dei catamarani, delle vele alari. All’improvviso tutto un mondo di velisti e di intenzioni è “vecchio”. Imperano leggi di marketing e spettacolo prese a prestito dalla Formula Uon e altri grandi eventi. La scommessa sarà capire se quelle regole funzionano anche nella vela. <c’era certo bisogno di novità e freschezza alla caccia di nuovi appassionati. Ma il dibattito è tuttora aperto.

Al Louis Vuitton Trophy Dubai partecipano solo sei sindacati e solo cinque al momento sono quasi certi partecipanti alla Coppa che sarà nel 2013 con ogni probabilità a San Francisco. Sono il defender Bmw Oracle, il challenger of Record Mascalzone Latino (unico italiano rimasto) che il patron Vincenzo Onorato distratto dalla molto più importante questione relativa al salvataggio di Tirrenia con i colleghi Grimaldi e Aponte manda in campo con l’equipaggio condotto da Gavin Brady, il russo Synergy che avrà al timone l’ex Azzurra Francesco Bruni, Artemis di Paul Cayard, il franco tedesco All4One e Emirates Team New Zealand. Con sei team le regate saranno più facili di quelle viste a La Maddalena, che purtroppo non ha lasciato un buon ricordo. La finale è prevista il 27 novembre. Per tutti i partecipanti l’evento è un atto dovuto, nel senso che onora impegni presi con gli sponsor e l’associazione. Ma è considerato una distrazione economica e sportiva dal vero obiettivo finale: la costruzione di un team di Coppa America. E per quello i tempi sono stretti, perché dall’anno prossimo si dovrebbe già iniziare a correre con i catamarani di 45 piedi. Si parla insistentemente di una prima tappa in Italia.

Sullo sfondo resta il grande impegno di Louis Vuitton, lo sponsor che dal 1983 accompagna le regate di selezione degli sfidanti. Si sa che sta trattando il suo ruolo anche per la prossima coppa, con un impegno alleggerito rispetto alla edizione 2007 e relativo proprio solo alle selezioni finali sfidanti. Yves Carcelle, presidente e amministratore delegato di Louis Vuitton ha dichiarato: “Come tutti ricordano, dopo la 32ma America’s Cup non c’era un futuro certo. Con le Louis Vuitton Pacific Series prima, e il Louis Vuitton Trophy dopo, era nostra intenzione dare ai team la possibilità di tenersi pronti in vista degli sviluppi futuri. Alla vigilia dell’ultimo evento credo di poter affermare che ci siamo riusciti”.