Siamo abituati a pensare che la misura di dieci metri per una barca a vela sia di passaggio, per imparare, per coltivare l’ambizione di crescere. Eppure il passato del diporto ci ha regalato alcuni modelli storici, capisaldi della crociera e della regata, misure che hanno costruito la fama dei cantieri e soprattutto innovato il design proponendo soluzioni che sono state poi assorbite dal mercato. Insomma 33, 35 piedi sono una misura magica, anche perché sono quella lunghezza che ti fa sentire su una barca con cui navigare in grande ma con l’agilità, non solo economica, delle piccole dimensioni. Le premesse della serie Azuree sono quelle di trasferire alla crociera le proporzioni e le linee di carena potenti di quelle barche da oceano che planano con facilità. Quindi grandi velocità sotto vela, soprattutto attitudine a planare al lasco, ma abbinata a interni confortevoli e completi. Finora chi voleva spingere il log oltre la velocità critica doveva accontentarsi del disagio di una barca senza imbottiture e senza porte, oppure dal costo esorbitante. La radice delle idee di Azuree 33 è di Paolo Ballerini, imprenditore esperto di impianti industriali che prima ha costruito il 40 per se e poi lo ha fatto diventare il primo modello di una serie. Il progetto è di Giovanni Ceccarelli, la realizzazione di Sirena Marine cantiere con sede in Turchia che produce alcuni modelli della gamma Azimut Benetti. Per raffinare la messa a punto è stato scelto il velista danese Stig Westergaard, Federico Martini si occupa degli aspetti commerciali e della distribuzione. La taglia ne fa, per la legislazione italiana, un natante che può essere utilizzato senza immatricolazione riducendo costi ma soprattutto obblighi per gli armatori, l’abitabilità tuttavia, sia in pozzetto sia sotto coperta, è quella di una misura superiore. La larghezza della carena, abbinata a una lunghezza al galleggiamento pari a quella fuori tutto, è uno degli elementi di novità e anche una delle chiavi per avere grande spazio a bordo. Per governarla con facilità ci sono due pale di timone e due ruote, il piano velico, che può montare albero tradizionale o di carbonio, per arricchire il piano velico e dargli la potenza per planare anche con vento medio sono previsti il Code0 e il gennaker. Apprezzabile la finitura e la qualità dei particolari della coperta, con il bompresso attrezzato e molte piccole cose che rendono tutto facile da usare. Nella navigazione a vela si prova un misto di sensazioni: la soddisfazione di sentire che lo scafo risponde alle regolazioni con le giuste accelerazioni, insomma restituisce soddisfazione a chi sa cercare la velocità, ma anche una grande docilità e sicurezza, dote necessaria a chi vuol fare della crociera seria. E subito, sempre alte velocità, soprattutto se il vento è deciso. All’interno lo spazio è diviso con due cabine matrimoniali di buone dimensioni, ben attrezzate con armadi e gavoni, che confermano la vocazione della barca, adatta a due coppie o una famiglia. Bello il cassettone che si apre sotto il letto di prua, dotazione di solito “di lusso”. Il bagno ben sfruttabile è a poppa, dietro di lui un grande gavone che fa molto crociera, attenti solo a non riempirlo troppo. La zona cucina è molto dotata e la dinette nella parte centrale è studiata per ospitare sei persone. Negli interni si percepisce una benefica contaminazione con le barche a motore, fatta di materiali e finiture che allontanano Azuree 33 dal gusto classico delle barche a vela, di solito in questa taglia piuttosto povero, e lasciano un sapore di qualità e ricerca. Forse si può azzardare un paragone con la Mini: un’auto di grande qualità ma di taglia piccola.