Genova e la vela

Il Salone Internazionale di Genova ha corso il rischio di veder scomparire gran parte degli espositori di barche a vela. Motivo una ruggine accumulata negli anni, che ha trovato sfogo nei mesi scorsi nel tentativo di organizzare una nuova esposizione in una nuova sede. Si è parlato prima di Genova Aeroporto, poi di La Spezia. In entrambi i casi Comune e Regione, che sono tra gli attori della Fiera, hanno avuto il loro peso. Le iniziative non hanno trovato le certezze che servivano a livello locale per arrivare al successo. A dire il vero era piuttosto evidente che sarebbe finita così. C’è una verità di fondo nella vicenda: Genova è ancora forte e gli assenti hanno torto. E’ vero tuttavia che la vela per molti anni è stata considerata espositore di rincalzo, da sistemare in qualche modo e che in tempi di vacche grasse il Salone poteva porre le sue condizioni non solo economiche, un atteggiamento che alla lunga ha stancato.  Tra i contestatori del Salone, il Cantiere del Pardo, marchio storico della cantieristica che dopo essere entrato come marchio di alto livello nel gruppo Bavaria sta recuperando vendite. Il suo amministratore delegato Ruggero Gandolfi ha sisntetizzato così la vicenda: “Genova adesso sta cercando di cambiare, ma fino all’inizio del 2012 non ha capito che il mondo della nautica è collassato così ha mantenuto i suoi costi come era nel 2007. Tentare di creare un nuovo Salone è stata una decisione presa praticamente da tutto il comparto velico a eccezione di Beneteau. Siamo rientrati e forse la nostra azione ha fatto comprendere qualcosa. Vedo che sono stati assegnati 1200 metri alla Fiv con le barche Olimpiche e Ucina ci ha promesso una nuova Genova per il futuro”. Del Pardo resta un riferimento per il mercato nazionale. Gandolfi prosegue: “E’ stato un anno positivo con un aumento delle vendite del 50% rispetto al precedente. Abbiamo venduto 50 barche di cui circa un terzo sono rimaste in Italia. Quest’anno a Genova presentiamo il 43 e il 47 in prima mondiale, adesso abbiamo una gamma ben bilanciata e coerente, con un design omogeneo e un family feeling riconoscibile. Abbiamo cancellato i problemi costruttivi del passato e possiamo offrire arredamenti che sanno dare un tocco di preziosità e un made in Italy riconoscibile”. Chi non ha mai pensato di lasciare Genova è il Gruppo Beneteau, che avrà parte del padiglione disegnato da Jean Nouvel. Dice Massimo Mariotti, amministratore delegato di Beneteau Italia: “Il nostro gruppo è forte e la sua dimensione globale ci consente di resistere. Purtroppo Il quadro in Italia è molto pesante e seppur vada meglio che nel comparto motore la situazione non lascia spazio a grandi illusioni di recupero a breve”. Mariotti è molto deciso nelle sue dichiarazioni, è un uomo che conosce a fondo il settore: “il mercato della vela è penalizzato da una situazione che in Italia non paga solo le conseguenze di una crisi economica internazionale da noi ancor più dura, ma una situazione di “terrore” che si respira in tutti i rapporti con chi ha la fortuna/ sfortuna di una passione considerata testimone di indubbie ricchezze ( anche quando modeste). Il mondo della nautica italiana è ormai in situazione disperata. Questo spiega parzialmente i comprensibili tentativi di ridurre i costi anche espositivi che hanno spinto alcuni operatori a non partecipare al salone di Genova cercando in Cannes un’unica vetrina e di altri della vela che hanno rincorso progetti di fuga verso nuove sedi”.