Conferenza stampa dello Yacht Club Costa Smeralda: sede il Museo della Scienza e della Tecnica, argomento il ricco programma di regate. Barche normali, maxi e ultramaxi saranno li a girare attorno a Mortorio e Mortoriotto, come sempre, in un campo di regata sempre unico. Per il programma con le date e gli eventi meglio consultare il sito del club. La lista è lunga.  Lo Yacht club ha raccontato l’apertura di una nuova sede a Virgin Gorda, che sarà un riferimento caraibico per gli armatori che possono giocare con la doppia stagione.

La notizia interessante è anche che torna  Audi Azzurra Sailing Team, chiuse per il momento le ambizioni di Coppa Ameria, parteciperà al circuito Audi MedCup. L’iniziativa nasce dalla collaborazione con il socio dello YCCS, nonché noto armatore del TP52 Matador e del maxi Alexia, Alberto Roemmers. Lo scafo, progettato da Rolf Vrolijk, è attualmente in fase di ultimazione presso il cantiere King Marine di Valencia e sarà varato il 10 aprile. Il team è fatto dallo skipper Guillermo Parada, il tattico Francesco Bruni, già timoniere di Azzurra dal 2009, e dello stratega Vasco Vascotto, si allenerà nelle acque di Valencia in vista della partecipazione alla PalmaVela di aprile. Il battesimo ufficiale di Azzurra si terrà invece il 16 maggio a Cascais in Portogallo e da qui il giorno seguente avrà inizio il circuito Audi MedCup 2011.

Il giro del mondo a vela in equipaggio è una regata carica di antiche suggestioni: gran parte della navigazione avviene lungo rotte che con i loro pericoli hanno scritto la storia delle esplorazioni, il fondo del mare è costellato di relitti di audaci navigatori che, soprattutto per soldi, hanno girato il mondo per ordine di principi e re. Gran parte della rotta percorsa da chi vuole girare il mondo senza passare da Panama o Suez naviga su una strada aperta dai portoghesi inviati dal Enrico il Principe Navigatore per assicurare al Portogallo il commercio delle spezie e nuove terre, fino ad allora controllato da Venezia e Genova attraverso la porta d’oriente: Istanbul.

E’ stata una regata che ha appassionato molto i velisti italiani fin dalla prima edizione nel 1973, nata con la collaborazione della birreria Whitbread. Allora era davvero la massima espressione della navigazione oceanica, che si affrontava con barche relativamente piccole. Adesso che arriva alla undicesima edizione si chiama Volvo Ocean Race, è gestita dal velista norvegese Knut Frostad, che prima di sedere in ufficio si è fatto i calli al timone. La prossima edizione partirà dal porto spagnolo di Alicante nell’autunno del 2011 per finire a Galway, in Irlanda nell’estate del 2012 toccando, dopo tappe di vario contenuto tecnico, i porti di Città del Capo in Sudafrica, Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, Sanya in Cina, Auckland in Nuova Zelanda, Itajai in Brasile, Miami negli USA, Lisbona in Portogallo e Lorient in Francia. Per la terza volta si utilizzano i Volvo Open 70, barche costruite con una regola che premia le prestazioni e lo spettacolo. Tra gli iscritti doveva esserci anche Giovanni Soldini con Italia 70, una barca messa a disposizione da John Elkan per un progetto cui ha collaborato anche Carlo Croce. Purtroppo non è stato possibile assicurare al team un budget adeguato a raggiungere buoni risultati. Si sono impegnati in prima persona lo stesso Giovanni e Carlo Croce.

Gli organizzatori volevano a tutti i costi una barca italiana in gara, e per primi hano cercato di assicurare un aiuto logistico a Italia 70. Ma la crisi economica mondiale penalizza anche altri iscritti: a pieno budget sono solo quattro. Il fortissimo team francese Groupama che passa dai trionfi atlantici sui multiscafi a questa regata dove nel tempo è divenuta molto importante una parte tecnica più che eroica. Non a caso è stata vita con Ericsson l’anno scorso dal brasiliano Torben Grael considerato il più grande velista vivente con cinque medaglie olimpiche, e da Paul Cayard che era al debutto oceanico dopo una carriera di regate brevi. Abu Dhabi arma una barca che è in costruzione qui in Italia presso Persico, che aveva lavorato anche per Luna Rossa. Dall’America arriva Puma, dalla Spagna arriva Camper, in realtà il cuore è del mitico Team New Zealand, la nazionale della vela neozelandese, condotta da un mito di questa regata, l’inossidabile Grant Dalton. Ci sono in nota altri due team spagnoli, al momento segnalati come confidenziali. Frostad è anche corso ai ripari per cercare di portare in regata qualche altro concorrente: quattro veri sono troppo pochi per una regata che si rispetti, e che ha una organizzazione complessa. Noi abbiamo la nostra idea sulla “crisi” del giro del mondo in equipaggio. La classifica a punti, le regate di un giorno dimostrative per il pubblico, un percorso che ha lasciato la Great Circle Route per finire in Cina, hanno finito per togliere alla regata il primato della leggenda. Insomma, un po’ come togliere il pavè alla Parigi Roubaix. Non è più la stessa cosa.

Grande edizione della Barcolana, la regata che ogni seconda domenica di ottobre anima il Golfo di Trieste, quella che si chiama anche Coppa d’Autunno ed è organizzata dalla Società Velica Barcola di Grignano. I concorrenti per la edizione 42 erano 1852 e la vittoria è andata a Esimit Europa 2 Gazprom, la barca più grande presente, con timoniere Alberto Bolzan, tattico Tiziano Nava e Flavio Favini. Esimit ci ha messo meno di un’ora: 56 minuti e tredici secondi, e alla fine un piccolo dramma: è record o non è record? Nel 2007 la stessa barca con il nome di Alfa Romeo aveva chiuso in 55 minuti, ma il percorso era diverso. Insomma, questo risultato può essere considerato il primo record di una nuova stagione. Il secondo, ma a quasi venti minuti, è stato Maxi Yena Amori e poi Tutta Trieste Bauxt Vte e quarto Shining. E’ stata una edizione importante per chi ama i giochi di numeri: si correva il 10, 10, 2010, con partenza alle ore dieci. Affollatissima la banchina del porto vecchio di Trieste, luogo storico: una domenica di sole, tanta gente da far impallidire il Salone di Genova, che a seicento chilometri di distanza chiudeva i battenti. I concorrenti arrivano da tutto l’Adriatico, affrontando trasferimenti non sempre agevoli: prima della regata una giornata di bora piuttosto forte ha reso più difficile arrivare a Trieste.

Bravo Neville Crichton: l’armatore neozelandese dopo aver vinto di tutto con il suo Alfa Romeo, averlo venduto, ha scelto di costruire un “minimaxi” per restare più al centro della flotta. Prima il primato in tempo reale, adesso il primato in tempo compensato. Con il suo Shockwave ha vinto la regata della Giraglia in tempo compensato: la sua per tradizione è la vera vittoria della regata, che è sempre stata dedicata alle classi d’altura a compenso. Della vittoria in tempo reale si sono sempre impadroniti gli uffici stampa delle grandi barche, per cui è stato sempre facile vincere in tempo reale e quasi sempre impossibile vincere anche in compensato. Così si è trasformato “è arrivato primo in tempo reale” in ha vinto. Al punto che dopo questa confusione lo Yacht Club Italiano ha finito per cedere e istituire un premio per la vittoria in tempo reale. Quella, nella edizione numero 58, è andata all’ex Alfa Romeo II, ora Esimit II: gestito da Flavio Favini e con sponsor Gazprom. Poteva essere una edizione da record ma non lo è stata: le barche sono arrivate come palle di schioppo in Corsica, ma poi sono rimaste in bonaccia.

Si corre oggi la cinquattottesima edizione della Giraglia Rolex Cup, uno degli appuntamenti più antichi e importanti del Mediterraneo. Dopo le raffinate decisioni tattiche de La Maddalena e del Trophy un poco di vela vera, un poco di altura. Tanti velisti si sono spostati e popolano le banchine, tanto più autentiche, di St Tropez: c’è più di una riflessione da fare. La vela è uscita malconcia e abbandonata da La Maddalena, alcuni protagonisti non hanno neanche aspettato la fine per partire. E qualcosa davvero non ha funzionato. A St Tropez il circuito vive alcuni degli stessi motivi, lo stesso lusso che lega Louis Vuitton e Rolex ai fatturati, ma tutto sommato anche se la vela è un pretesto c’è più voglia di partecipare. Più passione.

La Regata della Giraglia: Si parte da St Tropez, si gira lo scoglio della Formigue di fronte alla Corsica e si arriva a San Remo dopo 241 miglia di vento a mare. Il percorso degli ultimi anni si fermava a Genova, quest’anno si arriva a SanRemo come nelle prime edizioni, quando il percorso era da Tolone a SanRemo che ad anni alterni erano partenza o arrivo.

Il protagonista per dimensioni sarà Esimit 2, già Alfa Romeo II (cosa miracolosamente scomparsa dai comunicati), di cui è skipper Flavio Favini, uno degli uomini chiave di Mascalzone Latino. Sono trenta metri di potenza, che hanno battuto quasi tutti i record disponibili, compreso quello di questa regata (con arrivo a Genova anche se sulla stessa distanza) in 18 ore 3 minuti e 15 secondi. Il progetto issa la bandiera europea con il patrocinio di Manuel Barroso. In regata c’è anche il vecchio proprietario australiano Neville Crichton, con il nuovo Shockwave.

Francesco de Angelis è su Verve Dhalia Tv, Leonardo Ferragamo sul suo Cuordileone. L’elenco di tutti è lungo: ci sono 240 barche iscritte, pronte a sfidare una pioggia torrenziale che ha costretto anche a cancellare la consueta festa alla Citadelle, evento nell’evento ormai tradizionale oltre alla ultima regata “innshore” ovvero su percorso breve di fronte alla città. La partenza è prevista per le dodici.

La classifica speciale compilata su due sole prove vede vincere Container di Udo Schutz’s nei Maxi Ima, Imagine di Gilles Argeilles, un progetto di Luca Brenta negli IRC A, Jonty & lo Swan 44 Sleeper di Vicky Layfield tra gli IRC B e infine l’x 382 Brancaleone di Ciro Casanova tra gli ORC B.