Il massimo trofeo velico

In poche ore la base di Green Com Challenge si è riempita di ospiti e di intenzioni. Non è più un mistero la possibilità che in caso di vittoria di Alinghi diventi il Cahllenger of Record, ovvero il primo degli sfidanti. Questo significa sedersi al tavolo con Alinghi e stabilire le regola del gioco. Ci sono pochi dubbi sul fatto che Alinghi vorrà scrivere le sue regole, tuttavia meglio essere in quella posizione che non esserci. Il presidente del sindacato Francesco De Leo e il presidente del Circolo Vela Gargnano sono a Valencia, chi gli è vicino non nega questa possibilità che sembra sempre più consistente. Intanto la base che è sempre rimasta, come le altre del resto, abitata si è popolata di gente e soprattutto potenziali sponsor.
Il sindacato nasce sulle ceneri di +39 Challenge che già nella edizione 32 era stato uno dei primissimi a lanciare la sfida. L’alternativa credibile potrebbe essere spagnola, un sindacato voluto dalla città di Valencia per essere presente anche nella gestione sportiva dell’evento. A Valencia esiste uno dei circoli nautici più attivi della Spagna, tuttavia anche nella passata edizione la sua presenza tra i club sfidanti non era stata favorita per non fare torti, si diceva, ad altri club.

I due sindacati hanno opinioni diverse anche su come chiamare i preparativi per la uscita in mare. A casa Bmw Oracle si chiama “dock out” da Alinghi “off dock”. Mica potevano chiamarlo nello stesso modo…. intanto mentre si aspetta l’uscita in mare c’è noia e pigrizia. Una Coppa che non comincia purtroppo. E diffilmente oggi potrà davvero iniziare.

Alle undici la bandiera che indica il rinvio della partenza sventolava ancora a terra e il presidente del Comitato Harold Bennet ha sostanzialmente chiuso le comunicazioni per non essere influenzato nelle sue decisioni. Il mare appena fuori Valencia sembrava piatto ma al largo ci sono ancora le onde della notte che hanno superato il metro di altezza. Il vento è calato anche troppo e le previsioni sul campo davano bonaccia e onda. Insomma alla fine Bennet ha decisio di chiudere la partita e rinviare a venerdì i nuovi tentativi di iniziare la regata. Purtroppo il programma si allunga perchè per venerdì le previsioni sono molto incerte.

Nel compound di Bmw Oracle la afterguard del trimarano hanno dato qualche spiegazione sulla barca e il modo di usarla. James Spithill il timoniere ha raccontato che la regolazione dell’ala è fatta in gran parte “sui numeri” ovvero utilizzando un data base che intreccia velocità e condizioni del vento. Un poco come gli aerei dove è il computer ad adattare il profilo e in alcuni casi la posizione delle ali. Come sui caccia da combattimento. L’ala può disporre di tre regolazioni base: l’angolo con lo scafo, l’angolo tra le due sezioni principali, il twist dei nove pannelli che compongono la parte posteriore e che si muovono in maniera indipendente. Non esiste la “scotta” della randa. Se il trimarano fosse stato progettato fin dall’inizio senza questa necessità la sua struttura srebbe molto diversa, perchè la scotta è un punto di carico molto importante. Tra le caratteristiche dell’ala quella di indurre meno sbandamento alla barca e al contempo più spinta. Gli angoli di incidenza con il vento possono essere molto minori, si passa dai 10/12° gradi tipici di una randa tradizionale a soli 5/6°.
Altro particolare interessante sono gli occhiali del timoniere, realizzati con la tecnologia già impiegata su elicotteri e auto sono una scelta fatta anche per ridurre il cablaggio e il peso delle attrezzature. James può chiedere al navigatore Matteo Plazzi quello che vuole vedere, dalle informazioni tradizionali sul velocità e campo di regata a quelle più particolari con i dati sull’ala, le sollecitazioni sulle strutture. Matteo con una battuta ha detto che “ci sono anche un paio di pagine per tenerlo allegro”. In realtà non sono una novità assoluta, già nella edizione del 2007 erano stati impiegsati da alcuni team tra cui Alinghi, Luna Rossa e Bmw Oracle. Nella foto da sinistra il tattico John Kostecki, il timoniere James Spithill e il navigatore Matteo Plazzi.

Sul tubo a cui sta lavorando lo shore team si scarica tutto il carico dell’albero e dei tiranti che tengono insieme la struttura del catamarano. Si dice che possa sopportare un carico di 120 tonnellate, in pratica un pezzo di carbonio unico ad alto modulo. I tecnici di Alinghi hanno dichiarato che nella costruzione di questi particolari hanno avuto qualche problema di controllo dei materiali, perchè le caratteristiche individuate dai produttori di solito sono rilevate per pelli o pezzi molto più sottili. Su ogni barca c’è un numero non dichiarato di rilvatori di carico, sia del tipo tradizionale con celle di carico sia con fibre ottiche. In questo settore per la prima volta sta avvenendo un travaso di tecnologie al contrario, è la nautica a insegnare all’aeronautica come costruire pezzi di grandi dimensioni. Alla Boeing stanno realizzando F16 senza pilota, che consente di ridurre i coefficienti di sicurezza e quindi il peso degli aerei, e anche aerei passeggeri con strutture di carbonio.

Durante la regata che non c’è stata lunedì gli uomini di Alinghi e Bmw Oracle hanno avuto modo di litigare. Protagonista il portavoce di Bmw Oracle Tom Ehman, vecchia conoscenza della Coppa America: presente in quasi tutti i sindacati americani che hanno contano qualcosa, con un breve passato in Formula Uno come cercatore di sponsor e l’ambizione di diventare l’Ecclestone della vela. La differenza tra auto e vele stà in quel bizzarro documento del 1857 che si chiama Deed of Gift e che finora nessuno è riuscito a scardinare e che definisce l’esistenza di un defender e di un challenger. C’è fascino in questa resistenza, anche nelle barche che alla fine è riuscito a produrre per questo match.
Bmw Oracle chiede che sia ammesso un osservatore sulla barca Comitato, il presidente Harold Bennet accetta.
Alinghi risponde che va bene purchè questo non sia il signor Tom Ehman e che invece si presenta all’alba di lunedì all’imbarco con il Comitato di Regata. Il vice commodoro della Societe Nautique de Geneve Fred Meyer, che dovrebbe essere l’osservatore di Alinghi e Ehman alzano la voce si avvicinano simulando un corpo a corpo, poi l’americano sale a bordo spogliato dell’elettronica che può servire a registrare. Tom Ehman è un provocatore nato, ironico, presente. Spesso usa la stessa verità per rompere le scatole, e di certo non risparmia nulla agli avversari in un momento in cui li vuole caricare di pressione psicologica. Avergli fatto sapere che era una persona non desiderata in quella posizione è invitarlo a essere puntuale all’imbarco.
Ci sono solo un paio di cose su cui Alinghi e Bmw Oracle si sono messi d’accordo, e si fa per dire. Una è l’eventualità di correre di domenica, l’altra è quella di modificare la linea di partenza cercando di togliere vantaggio a chi entra nel box del via con le mure a dritta, ovvero con diritto di precedenza.

Il presidente del Comitato di regata Harold Bennet ha dichiarato ieri sera che prima di spingere in mare i due multiscafi vuole rendersi conto delle condizioni meteo. A preoccuparlo non è tanto il vento quanto l’onda che potrebbe formarsi durante la notte e superare il livello di guardia di un metro previsto dal regolamento di regata. A quanto pare solo alle dodici verrà presa una decisione.
Il rinvio può essere rischioso addirittura per Bmw, infatti se il vento è forte è difficile montare l’ala e questo potrebbe essere un vantaggio non desiderato per Alinghi che può uscire in mare senza vele in attesa della eventuale regata.