,

Inizia la finale, Oracle spia

Comincia sabato la finale della Louis Vuitton Cup tra Emirates Team New Zealand e Luna Rossa. Si corre la meglio di 13 regate, significa che diventa ufficialmente challenger della 34 edizione della America’s Cup chi per primo vince sette regate. Sono tante, è la prima volta che si applica una formula del genere, che prevede anche due regate al giorno. Il campo di San Francisco lo consente: il vento soffia costante in direzione e intensità ogni giorno, non è bizzarro e ballerino come è capitato il altri campi di regata. I difetti del grande gioco, a San Francisco, sono altri, in una Coppa america che dal 2000 a oggi sembra aver perso appeal a ogni edizione, invece di guadagnarlo, fino al punto che dal 2010 a oggi l’interesse è precipitato. Se non ci fosse questa Luna Rossa poi per l’Italia sarebbe il baratro.
Italia e Nuova Zelanda si incontrano e scontrano da tempo in Coppa, la prima furiosa lotta fu quella del 92 tra il Moro di Venezia e New Zealand, finita a favore degli italiani. Poi è toccato a Luna Rossa, che dal 2000 incrocia le derive (che ormai sono spade) con la barca degli All Black della vela. Tra i due si è costruito un rapporto di solida amicizia, che ha consentito a Patrizio Bertelli di “comprare” il progetto kiwi per allestire in ritardo la sua sfida. Purtroppo in questi anni Luna Rossa, negli incontri che contano, ha perso sonoramente: 0 a 5 nella America’s Cup del 2000, 0 a 5 nella finale Louis Vuitton Cup del 2007. I kiwi al momento sembrano ancora più forti di quelle esperienze passate,lucidi e determinati a vincere non solo contro i nostri eroi ma anche contro il defender Oracle. Come dice Max Sirena, skipper italiano: “bisogna portar via da San Francisco la Coppa, per tornare al mondo reale”. Il mondo reale è un mondo dove le regole sono più chiare, le barche costano meno, ma molto meno, dove si può sperare di vincere.
E come dice Dean Barker, skipper kiwi “fino al 2007 nella Coppa moderna abbiamo avuto tanti sfidanti, adesso siamo solo tre. Queste barche sono entusiasmanti e veloci, ma qualcosa bisogna fare”. Luna Rossa non ha i favori del pronostico, in questi giorni i neozelandesi si sono allenati poco ma hanno fatto vedere cose che agli umani appaiono perfino mostruose: picchi di velocità di 49 nodi, strambate sicure sempre in foiling e anche foiling di bolina. Sono di sicuro più forti, ma questo si sapeva: mentre nel 2007 lo scontro era fair, per usare una parola inglese, e la differenza si è giocata sulla stanchezza italiana dopo gli scontri con Oracle e alcuni particolari tecnici nella scelta dell’intensità di vento su cui sintonizzare la barca adesso le differenze sono innegabili.
La loro seconda barca somiglia molto a Luna Rossa ma ci sono quelle piccole determinanti differenze: le derive non sono in asse con i timoni ma più esterne di 15 centimetri in maniera da lasciare ai timoni acqua pulita, le derive hanno una superficie più piccola ma sostentano ugualmente la barca e orma la loro corda è scesa a 62 centimetri (dice radio banchina) contro i 72 di Luna Rossa. Tanto basta a sostenere le sette tonnellate di New Zealand in velocità.
Patrizio Bertelli è comunque soddisfatto dell’obiettivo raggiunto, che era la finale: “forse se non avessi dovuto seguire le Borse Internazionali averi capito per tempo che potevamo costruire due scafi e tenere la struttura vecchia per avvicinarci ai kiwi, siamo finiti un po in ritardo anche per non aver sfruttato bene il mese di trasferimento della barca dalla Nuova Zelanda”. Nell’hangar di Luna Rossa restano due derive rivoluzionarie, che non c’è stato il tempo di provare, lo faranno probabilmente dopo le regate per capire se e come potevano funzionare, come sono fatte a una prossima puntata. “Mai come in questa edizione conta la tecnologia – dice Barker – ogni particolare è frutto di sviluppo continuo”. Però poi i kiwi sono i più bravi a portare la barca “Una strambata fatta male ti costa 400 metri – dice Sirena – noi abbiamo imparato a farle abbastanza bene in foiling e ce ne riescono 12 su 13, ai kiwi riesce sempre, a Oracle per il momento ne riescono solo sette. Per imparare ci hanno imposto di montare una telecamera da cui si vede come muoviamo le derive e in ogni regata c’è in cabina regia della Tv un uomo di Oracle…. E’ inutile nascondere che i kiwi sono più veloci e che noi dobbiamo essere aggressivi in partenza per poter girare la prima boa al comando. La prima strambata è determinante e con Artemis abbiamo imparato”. La pressione sarà sul timoniere Chris Draper.
Ma il vero imbroglio di Oracle è quello con gli AC 45, in conferenza stampa Sirena non ha rinunciato a usare parole dure contro gli americani “hanno certamene imbrogliato e mi aspetto un verdetto appropriato dalla Giuria Internazionale, se hanno ritirato immediatamente le tre barche significa che sono colpevoli, io non lo avrei fatto di sicuro”. Cosa può succedere se la Giuria deciderà di applicare la regola 69? Anche squalifica del Team o delle persone coinvolte. Ma ci vorrà tempo per saperlo, ci sono almeno quaranta testimoni. In una caso simile One World è stato penalizzato di un punto, che alla fine è stato determinante. “E’ grave quello che hanno fatto allo sport, il nostro sport era pulito” aggiunge Sirena. E adesso somiglia ad altri pieni di scandali, dal doping di Lance Armstrong alle scomesse del calcio. Le prime due regate sono sabato, con inizio delle operazioni alle 13 locali. Forza Luna Rossa…