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Team Australia si ritira

Una decisione che a noi appare improvvisa getta ancora una volta il magico mondo della Coppa America nell’incertezza. Il Challenger of Record, l’australiano Hamilton Island Yacht Club per la famiglia Oatley (soprattutto vino e resort nei loro interessi) con uno statement ha manifestato l’intenzione di ritirare la sfida, confermata poi con manovra renziana (siamo in tempi moderni) via twitter. Un fulmine a ciel sereno: sebbene con un equilibrio precario la edizione 35 del più antico Trofeo velico stava andando avanti. E dire che solo un paio di settimane fa l’uomo forte di Team Australia Iain Murray era a Malcesine per allenamenti e regate su mezzi “foiling”, il singolo Moth e il catamarano GC 32 e si era affacciato alle regate Star. Aveva lasciato dichiarazioni critiche con Oracle: “è stata dura ma abbiamo portato a casa un Protocollo, una base decente che speriamo di modificare nei punti oscuri” ma non sembrava vicino a un passo del genere. Poi però, pochi giorni fa, un meeting tra sfidanti e defender ha riaperto il solco tra le incertezze e le pretese di Russell Coutts, cui Larry Ellison lascia più o meno fare tutto quello che vuole, su date e luoghi che mancano ancora rendendo ogni programma del tutto incerto. Cosa si propone agli sponsor? Alcuni team hanno preso la decisione di esserci in ogni caso come Luna Rossa e Artemis, altri hanno bisogno di attrarre sponsor come quello inglese di Ben Ainslie o i kiwi di New Zealand e altri che stavano lavorando per arrivare in tempo e le sedi proposte delle isole Bermuda o San Diego non sembrano molto interessanti. E poi, anche i due finora pazienti Patrizio Bertelli e Torbjörn Törnqvist potrebbero svegliarsi un mattino con la mosca al naso. Non sarebbe la prima volta. Insomma Bob Oatley, un energico signore australiano che aveva lanciato la sfida con la fiducia di poter riportare la Coppa a essere un evento per velisti, dopo mesi di estenuanti trattative ha mandato tutti a quel paese, così come aveva fatto Vincenzo Onorato con Mascalzone Latino, più o meno per gli stessi problemi, lievitazione dei costi verso cifre impreviste, difficoltà delle relazioni con sua altezza Coutts che ha imposto mediazioni difficili da digerire. E’ la seconda volta in due edizioni che il Challenger of Record si ritira dal suo ruolo e prima in quasi due secoli non era mai successo. Oatley, un passato di regatante storico e molti record con le sue barche da regata che chiama Wild Oats, deve proprio aver pensato “ma chi me lo fa fare in questa gabbia di matti, torno alle mie vigne sulla mia isola privata”. Adesso il ruolo di Challenger of Record potrebbe passare a Luna Rossa oppure ad Artemis, i due che hanno presentato sfida e deposito monetario (prima rata da un milione di dollari) formale. Ma qui c’è il pasticcio: gli americani non avevano ancora accettato le due sfide, pretendendo per farlo di arrivare almeno a quattro sfidanti, e New Zealand e Ainslie a quanto pare stavano aspettando il termine dell’8 agosto per farlo. Ben Ainslie infatti ha fatto l’annuncio con festa, principessa e baronetti ma non il versamento e gli atti formali. Dunque a chi toccherebbe la successione? Di solito conta la cronologia, e se conosciamo un poco il carattere di Luna Rossa non vorrà prendersi questa grana di poco onore e molto onere. Quanto successo potrebbe, anzi dovrebbe, riaprire il dibattito sul Protocollo che se non viene firmato da un altro Challenger non ha nessun valore. Siccome piaceva poco questa potrebbe essere l’occasione per ricominciare a litigare nel tentativo di togliere qualche vantaggio al Defender e costringerlo (letteralmente) la dove Murray non era riuscito. La Coppa, è il caso di dirlo, è il alto mare… Ancora una volta peccato e nostaglia di quando esistevano i riferimenti, che non è un tempo tanto lontano.