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E’ il 3 febbraio 1997, il progettista argentino German Frers e Patrizio Bertelli stanno discutendo sulla costruzione di un nuovo megayacht, si chiamerà Ulisse, come la barca da crociera precedente, disegnato nello stile contemporaneo. Il discorso tra i due finisce sulla Coppa America, di cui Bertelli è molto appassionato. Frers gli sussurra “guarda che sei il tipo giusto per partecipare alla Coppa”. Detto fatto: in pochi giorni il sindacato viene costruito ed è l’inizio della lunga avventura di Luna Rossa. Bertelli, da allora, non riesce più a fare a meno di partecipare.
La sua passione per la vela è iniziata in Toscana, navigando con i sesta classe di Vasco Donnini, famoso per il taglia e cuci, perchè usava il bisturi per modificare le sue barche: una taglio al centro per allungare…  Tuscany Bisturi è il nome di una delle barche più veloci tra i sesta classe dei lontani anni dello Ior, che lui teneva sempre ai limiti del regolamento di stazza. Nelle lunghe giornate di bonaccia di fronte a Castiglione della Pescaia, Bertelli sogna la Coppa, intanto riempie la sua casa di libri storici.
In quel 97 per la sua prima sfida sceglie come skipper e timoniere il napoletano Francesco de Angelis: un tipo metodico, preparato, che lavora con un impegno inesauribile. In quei giorni sta dedicandosi alla messa a punto di Team Ef di Paul Cayard, la barca con cui il californiano vincerà il giro del mondo in equipaggio dimostrando che anche un velista “tecnico” può battere gli oceanici, anzi da li in poi la cultura francese dell’oceano selvaggio chiuderà un capitolo.  Francesco rinuncia alla Whitbread e torna a Milano. Il tattico è il brasiliano Torben Grael, velista olimpico di chiara fama, con cui il napoletano ha fatto una bella coppia durante la One Ton Cup di Sckovshoved in Danimarca su Brava di Pasquale Landolfi. Il progettista principale è ovviamente German Frers, che chiama Doug Peterson, autore di barche vincenti come America Cubed e New Zealand 95 di cui è amico da tempo. E’ uno degli apprezzati avversari: ai tempi del Moro era con America Cubed, poi con Team New Zealand nel 95, significa che ha vinto due volte di seguito la Coppa, raro per un progettista. Nel 2000 si corre a Auckland, Luna Rossa è molto rapida: la sua progressione nella Louis Vuitton Cup è formidabile e conquista il soprannome di Silver Bullet. E’ una edizione piena di colpi di scena, compresa la rottura di un albero, molto pericolosa per il risultato delle semifinali. La finale delle regate di selezione contro AmericaOne di Paul Cayard è la più combattuta di tutti i tempi: Luna Rossa vince per 5 a 4 dopo due settimane di combattimenti furiosi, tutto si decide nella ultima regata. Nella sconfitta, la prima campagna di Team Prada è un successo. Purtroppo alla vigilia del grande match contro New Zealand (lo squadrone con Blake e Coutts) erano tutti convinti che il Challenger sarebbe stato più rapido del Defender, ma non era vero. I kiwi hanno inventato un nuovo modo di fare barche, New Zealand ha la “flat polar” significa che il suo VMG (velocità di avvicinamento alla direzione del vento) di bolina è il medesimo in un ampio range di angoli con il vento. Così può poggiare e raggiungere una raffica, una macchia di vento.  La delusione è grande, la tensione anche, ma a bocce ferme Patrizio Bertelli decide di riconfermare il team e Luna Rossa torna  nel 2003: equipaggio simile e nuove ambizioni. Purtroppo fin dalle prime regate di selezione si capisce che l’equipaggio fa una grande fatica a restare in regata con una barca che è rimasta una generazione indietro, non è neanche ispirata alla New Zealand che l’ha battuta.  Aver lasciato tutto il design nelle mani di Doug Peterson si rivela un errore: la sua battaglia personale è quella di non fare il ginocchio sotto la prua, che ormai usano tutti con buone prestazioni. Continua ad affermare che le prestazioni possono essere uguali.  E’ sorprendente come una larga parte di pubblico e tecnici sia stata convinta che la sconfitta di tre anni prima sia dovuta più all’equipaggio che alla barca.
Patrizio Bertelli dopo le prime regate licenzia il californiano che smette di essere considerato un genio e decide di tentare il tutto per tutto cambiando la prua. Questo non basta a farne una barca vincente e il suo cammino è segnato. Alinghi di Ernesto Bertarelli, in quella edizione, è decisamente superiore a ogni altra barca e infatti prima vince la Louis Vuitton Cup e poi conquista la Coppa America. Il sindacato svizzero è fortissimo, la barca costruita ad un livello di affidabilità sconosciuto agli altri team e soprattutto ai neozelandesi che detengono la Coppa, da cui i migliori (coutss e i suoi fedelissimi) sono purtroppo migrati in Svizzera.
Quando il trofeo arriva in Europa, sede delle regate del 2007 Valencia, Luna Rossa è ancora in prima linea. Ma lo sono anche gli avversari, con un grado di preparazione veramente elevato. Luna Rossa fa bene fino alle finali della Louis Vuitton Cup, dove incontra Emirates Team New Zealand. E’ una rivincita delle regate del 2000, purtroppo i kiwi sono ancora una volta più veloci. Gli italiani hanno speso molte energie per battere BMW Oracle e sono un po’ vuoti, inoltre Luna Rossa ha bisogno di un poco di vento in più di quello che trova per esprimersi. Dopo questa edizione, con le prime avvisaglie della crisi mondiale  e le bizze dei litiganti Bertarelli – Ellison Patrizio Bertelli, che aveva condiviso con Tim e Marco Tronchetti Provera la sfida, annuncia il ritiro.  Bertelli resta fuori dal gioco pur conservando una serie di osservatori, infatti quando capisce che può condividere il design Emirates Team New Zealand e che può presentarsi a San Francisco competitivo decide di rientrare. Così lancia una nuova sfida attraverso il Circolo della Vela Sicilia con sede a Palermo. Il sindacato debutta con gli AC 45 nelle regate di  Napoli le due barche sono Luna Rossa Swordfish e Luna Rossa Piranha. I timonieri sono i giovani promettenti Paul Campbell-James e Chris Draper.
Lo skipper della quarte sfida è Max Sirena (nella foto con Bertelli durante le regate di Valencia), che per Bmw Oracle si era occupato della gestione della grande ala rigida assieme a un altro uomo chiave, sempre legato a Luna Rossa, Matteo Plazzi che sul trimarano americano era navigatore. Il sindacato si è arricchito di altri forti velisti, come lo spagnolo Iker MArtinz, il palermitano Francesco Bruni. La costruzione del grande catamarano della classe Ac 72, la parte che per il Protocollo deve essere costruita nella nazione di bandiera, è avvenuta a ritmi serrati nel cantiere Persico vicino a Bergamo, che ha costruito anche le ali di Artemis. Lo scafo è stato completato a Auckland con le parti strutturali e l’ala è inizia a navigare alla fine di ottobre.