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Per un velista la parola Star non è solo la stella che lo guida in cielo, è il mito, la leggenda della classe da regata più antica e tecnica, anche longeva. Fino alle Olimpiadi delle scorsa estate era la classe regina: diventarne campione del mondo era come accedere a una cerchia ristrettissima dei gradi cardinali della vela, signori del timone. Non è neanche un caso, tanto per restare in tema religioso, che Lowell North che ne è stato campionissimo con la sua barca North Star, una casuale e invidiabile combinazione di cognome e classe di barca, per tutta la vita sia stato considerato il Papa. La battuta era stata: ma se chiamiamo Elvstroem “God”, come va chiamato Lowell? Pope, allora. I grandi timonieri di Star hanno fatto carriera in Coppa America, oltre a North che a dire il vero non riuscì mai a essere un vero leader, i fortissimi Dennis Conner, Paul Cayard, Tom Blackaller. A casa nostra sono da citare Agostino Straulino, Dodo Gorla, Roberto Benamati, Enrico Chieffi. Più Francesco Bruni che alle Olimpiaci di Atene ha fatto vedere che poteva fare la sua grande figura sul palcoscenico importante. Diego Negri è l’alfiere ancora in attività.
Bene, se considerazioni poco condivisibili sul come far diventare più popolare la vela ne hanno decretato la fine olimpica per i prossimi Giochi brasiliani, oltre tutto nella terra del campionissimo Torben Grael che ci ha vinto quattro delle sue cinque medaglie olimpiche, la Star vuole scommettere ancora su un futuro. La Star Sailors League Final 2013, regata a invito, sarà organizzata dal Nassau Yacht Club dal 3 all’8 dicembre 2013 e vedrà competere molti dei migliori staristi al vertice della ranking della neo formata League. Diciotto gli equipaggi invitati, tra cui undici campioni del mondo e tre ori olimpici, da11 nazioni. Hanno già dato la loro conferma il brasiliano Robert Scheidt, il francesce Xavier Rohart, lo svedese Freddy Loof, il norvegese Eivind Melleb, il danese Michael Hestbaek, lo svizzero Flavio Marazzi, i tedeschi Johannes Polgar e Robert Stanjek, il polacco Mateusz Kusznierewicz, gli americani George Szabo e Mark Mendelblatt. L’Italia è rappresentata da Diego Negri, che alla barca olimpica ha dedicato gli ultimi anni correndo nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle. Un concorrente speciale sarà Paul Cayard, l’americano reduce dalla partecipazione alla Coppa America come CEO di Artemis non è nuovo a queste operazioni “back to basic”: la Star resta una barca piccola e vicina all’acqua. Ti porta al sommo vertice della stima velica, ma è tanto bagnata e faticosa. Si corre in due, timoniere e prodiere, che di solito è un omone che passa i cento chili per dare potenza e raddrizzamento con vento forte. Questo evento si distingue inoltre per mandare in scena un formato di regate inedito per la Star. Le 18 barche presenti gareggeranno al completo nei primi tre giorni di regata, nei quali sono previste un massimo di quattro prove al giorno fino ad un totale non superiore a nove. Il quarto giorno saranno ammessi al via delle semifinali i migliori dieci equipaggi qualificati nella prima fase e, in modo simile alle qualifiche della Formula 1, nelle due regate successive (quarti di finale e finalissima) verranno eliminati progressivamente gli ultimi tre arrivati. Il vincitore assoluto dell’evento sarà quindi l’equipaggio che taglierà per primo la linea del traguardo nell’ultima prova e riceverà 4.000 punti validi per la Ranking SSL.