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Il 21 giugno la nave che tutti considerano essere di Flavio Briatore ha lasciato gli ormeggi e ha iniziato di nuovo a navigare. Dopo il sequestro infatti sonno arrivati alcuni clienti “veri” per le settimane del charter estivo procurati da Fraser Yacht, uno dei più grossi operatori mondiali del settore, che ha sempre avuto in catalogo la barca. C’è chi scrive di una media di quattordici settimane di noleggio all’anno. C’è chi ha scritto che per questo anno erano già previste sei settimane.

Il Force Blue potrà navigare in Mediterraneo ed è stato “rilasciato su cauzione” un deposito di 5 milioni di euro, più o meno quanto viene contestato come evasione a Briatore. Ma questo è un primo concreto passo per dimostrare che  il charter esisteva davvero nella vita della nave. Adesso bisognerà capire cosa farà Briatore: lo terrà per sempre all’estero considerando il deposito come “riscatto” (non poco, un terzo del valore di tutto, perfino difficile pensare che abbia evaso tanto con la sola barca) o rientrerà in Italia?

Pochi hanno scritto cosà è stata davvero l’azione di sequestro della barca di  Flavio Briatore, si tratta in realtà di una “cattura” un “internamento” o meglio un atto di guerra con cui l”Italia ha sostanzialmente dichiarato guerra alle isole Cayman e ovviamente alla nautica da diporto e ai megayacht. Il primo risultato concreto del sequestro (confisca?) è che tutti gli avvocati e i commercialisti che hanno clienti importanti hanno caldamente consigliato ai loro assistiti di girare alla larga dalle acque territoriali italiane e di non correre rischi. Spannometricamente il danno diretto per il turismo nautico della prossima stagione può essere di qualche centinaio di milioni di euro. Non molto, non poco. Certo molto di più di quello che sembra essere il valore della nave di Briatore. E sarà un danno ripetibile, come le ricette: via le barche dall’Italia da qui ai prossimi cinque, dieci anni. Quelle degli italiani, quelle degli stranieri. Mentre si tentava faticosamente di costruire l’immagine di una Italia navigabile le lancette dell’orologio tornano indietro di qualche decennio. Si torna al disastro Goria, il redditometro anti inflazione che era solo una bella scusa per chiedere alle fasce sociali più deboli più sacrifici. Sarebbe interessante sapere quale comportamento avrebbe tenuto la Finanza se invece della bandiera delle Cayman il Force Blue avesse issato quella inglese, come fanno molti megayacht. Intendiamoci: Briatore non è simpatico, tuttavia sembra avere delle buone ragioni in questo caso. E la sua vicenda ha attivato l’uso di una serie di luoghi comuni impressionanti nei confronti della nautica. Intanto qualcuno spieghi ai quotidiani che avere una nave da diporto con bandiera italiana è impresa quasi impossibile, oltre che inutile. Non si tratta di bandiere ombra, ma spesso anche del modo per avere gli equipaggi migliori, i registri migliori. Le navi da diporto sono quasi tutte offerte in charter e sono, come il Force Blue, nei cataloghi delle società di brokeraggio più importanti.  Come finirà? Un bel garbuglio: non sembra che Briatore abbia torto, e come era successo per il leasing è possibile che qualcuno dovrà fare marcia indietro.