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“Ho già posseduto uno Swan, era un 601, ma volevo qualcosa di più definitivo. Io navigo molto a Miami dove il mare è oceano e serve una barca marina, solida e divertente. Da qui raggiungiamo i Caraibi navigando in mare aperto, e può essere impegnativo. Questo Swan 80 è quello che cercavo da tempo, facile da condurre e confortevole”. Sono parole di George Collins, neo armatore di Chessie, uno Swan 80 FD appena arrivato a Fisher Island, Miami.
Il nome potrebbe dire qualcosa a chi segue le regate: questo signore e appassionato navigatore è stato armatore e timoniere di Chessie Racing durante la ultima edizione della Whitbread Round The World Race (adesso Volvo con un percorso molto diverso), dunque è un amatore di notevole esperienza che è arrivato a varare questo ventiquattro metri a ragion veduta e come punto di arrivo per le sue esigenze. La misura degli 80 piedi resta, in un mercato che offre di tutto e di più, una delle più fortunate e sognate, del resto è quella storica di quei maxi yacht che hanno scritto tante pagine di vela leggendaria prima dell’avvento dei megayacht. Grazie a un generico downsizing dovuto in parte alla crisi, in parte a cambiamenti di stile degli armatori resta un caposaldo della vela. E’ anche la misura scelta da Leonardo Ferragamo dopo l’acquisizione del cantiere per farne un manifesto del nuovo corso con un nuovo modello. “Mi piace essere coerente – dice Ferragamo – e nelle mie barche cerco qualità che riflettono il mio stile e visione della vita. Partecipo molto da vicino alle fasi della costruzione e mi piace lavorare con un team di professionisti di fiducia. Decisi di acquistare il cantiere Nautor perché sentivo un’affinità con l’azienda e a sua dedizione a valori quali eleganza senza tempo, affidabilità e prestazioni”. Valori che sono tutti in questo Chessie.
Ottanta piedi è stata anche una misura chiave anche per German Frers, autore del progetto, che la interpreta fin dall’inizio della sua carriera, le sue carene hanno traversato ogni regolamento di regata e ogni modo di fare crociera, dunque in un certo senso il designer argentino non può sbagliare. Per trovare i primi maxi con la sua firma si può risalire  risalire fino agli anni settanta, quando i grandi armatori del tempo cominciarono ad affidargli progetti importanti, tra questi il Moro di Venezia I di Raul Gardini  (ancora brillante concorrente tra le barche classiche, ora armato dal nipote Massimiliano “Ciacci” Ferruzzi) oppure Windward Passage, Recluta, Scaramouche, Emeraude, Gitana.
Nautor’s Swan propone la carena da 80 piedi chiuse da tre diverse coperte, la FD, che sta per flush deck, ed è quella di Chessie. Poi ci sono la S, la RS. La differenza è tra le diverse soluzioni della tuga e della dinette che trova più luce nelle due proposte più ingombranti, il resto degli interni è molto simile. A sua volta lo Swan 80 FD è proposto in tre versioni per il layout degli interni. Nel caso di Chessie prevede una ampia cabina armatore a poppa che occupa tutta la larghezza della barca, una delle due doppie ospiti di centro barca in questo caso è dedicata al comandante, un’altra matrimoniale è a prua. L’armatore ha voluto che fosse espresso il massimo sforzo per ottenere una barca leggera non solo nella costruzione dello scafo. Per questo gli interni, paioli e mobili, sono realizzati con sandwich di alta tecnologia, con la parte estetica in spessore ridotto di teak verniciato. La sensazione che si riceve scendendo sottocoperta è quella di una barca molto curata, in un certo senso tradizionale. Al decor degli interni ha lavorato Heini Gustafsson di Nautor. “Gli interni di Chessie sono la combinazione di uno Swan classico e di un moderno – dice – usiamo il teak verniciato che è qualcosa che arriva dal passato e che è stato usato per molti anni combinato con qualcosa di moderno e più semplice, cerchiamo di essere minimali. Lo stesso vale per i colori, cerchiamo di usarne il meno possibile e così ci sono molti pannelli bianchi nelle cabine, in cucina, anche in dinette e gli ambienti restano più luminosi. Anche le pelli dei divani sono bianche, in questo modo gli armatori possono scegliere i loro colori preferiti per i loro cuscini e ottenere un carattere più personale con facilità”. Pur nella semplicità per l’occhio non mancano finiture di pregio, come la rubinetteria Dornbracht con finitura platino matt nei bagni o il Corian per i piani sia dei bagni che della cucina, materiale che può essere adattato a varie forme per realizzare per esempio i bordi antirollio. La sostanziale severità della dinette è interrotta dalle sedie di Vaar Yacht, che diventano un elemento d’arredo su cui posare l’attenzione. In coperta si può contare su una zona franca dedicata agli ospiti, libera da manovre che possono diventare pericolose, invece rinviate verso poppa. E’ un po’ il cuore della vita al’aperto, dove si trovano sedute imbottite e schienali a misura di salotto.
Se per molti anni Nautor ha costruito in vetroresina monolitica facendone un elemento di marketing legato alla sicurezza e alla durata (erano i tempi in cui era di proprietà di Kymmene, una cartiera con interessi forestali, sotto la direzione di Olle Emmes) ha cambiato rotta diventando anzi un innovatore tecnologico. Dunque inutile scrivere che per albero e boma è stato scelto il carbonio, il piano velico ha un genoa senza ricopertura e una grande randa che può essere square top nella versione regata. Purtroppo i limiti di pescaggio imposti dall’home port di Fisher Island hanno costretto alla scelta di una chiglia di immersione ridotta, cosa che non impedisce di correre spesso a velocità di due cifre, insomma spesso oltre i dieci nodi anche con vento medio. Del resto questo è proprio l’effetto maxi, che solo dopo una certa dimensione diventa visibile, cioè la capacità di costruire velocità e vento apparente con un risultato che con dimensioni inferiori non riesce così bene.
In navigazione Chessie, o meglio lo Swan 80 mantiene quello che promette sulla carta: Frers non può sbagliare su una misura che conosce così bene. Un timone docile che sa sempre condurre la barca dove la vuole portare il timoniere. Le prestazioni sono solide, o meglio rotonde con quella che se fosse uno strumento musicale sarebbe definita una gamma musicale molto ampia. Insomma la capacità di interpretare tutte le situazioni proposte dall’ Oceano aperto come vuole il suo armatore.