Il mondo della vela e del motore possono incontrarsi, perchè oltre ai vecchi “ferri da stiro” ci sono barche che assimilano tante lezioni riducendo i consumi e i costi, l’impatto. Il “green” è stato uno dei temi del salone di Dusseldorf. Non tutto è oro, nel senso che per molti scrivere “eco” è una specie di pass partout per vendere roba vecchia con il vestito nuovo. Aggiungo a una navetta due tonnellate di batterie al litio e la faccio diventare a impatto zero. Ma non bisogna fermasi, anche nella nautica a motore esiste un piacere intelligente, perfino tra quei prodotti che ai velisti sembrano roulotte da porto. Eppure non sono pochi i velisti che raggiunta una certa maturità tra un’estate passata  cercare il vento ma navigando tano a motore pensano che sia meglio addirittura partire a motore, magari con un Laser a bordo.

C’è una maturità per le barche a vela? Cambiano ma gli espertoni di banchina continuano a pensare che le vecchie, talvolta quelle su cui hanno imparato, siano le migliori. Eppure non è così. Un progresso notevole è l’espressione del lavoro di tanti progettisti che hanno saputo cogliere e sviluppare nuove tecnologie, anche nuovi modi di navigare. Nessuno avrebbe creduto che con un monoscafo si potesse girare il mondo a 40 nodi. Se una barca non era una “boa” non era sicura… Eppure succede, e chi ha delle bache da crociera simili e plananti si diverte. La crociera cambia, le barche cambiano. Anche con lo stesso mare di sempre.

Ernesto Bertarelli si è presentato a Auckland nel 2000, il capodanno australe era l’occasione per conoscere Russell Coutts e la Coppa America. Giovane e ricco aveva già preso le misure al mondo della nautica finanziando Pierre Fehlman in un progetto di giro del mondo in monotipi non proprio fortunato. L’occasione di vincere la Coppa con il nucleo storico di Team New Zealand era invece una possibilità concreta. E infatti Bertarelli lo ha detto subito “non voglio diventare vecchio pensando di avere rinunciato a un’occasione come quella”. Coutts era in lite (abbiamo scoperto poi che è un suo tratto del carattere) con Peter Blake, quasi non si parlavano, e con i suoi amici erano alla ricerca di un nuovo sindacato. Dalla parte degli sfidanti hanno saputo vincere di nuovo.

Wally Power, una barca simbolo. Simbolo dell’innovazione, della velocità come forma simbolica, anche di un certo tipo di esagerazione cui si siamo abituati prima della crisi. Ma non è un caso sia stata usata nel film The Island come immagine latente e forse non è casuale anche il fatto che Luca Bassani abbia deciso di realizzare proprio un’isola spostabile con la complicità di Hermes. Adesso sta crescendo dentro un cantiere di Ancona, la carena è presa a prestito da una nave che fa rilevamenti nei mari del nord, quindi una cosa che al contrario di quanto pensano in molti può navigare.