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Ehman provoca

Durante la regata che non c’è stata lunedì gli uomini di Alinghi e Bmw Oracle hanno avuto modo di litigare. Protagonista il portavoce di Bmw Oracle Tom Ehman, vecchia conoscenza della Coppa America: presente in quasi tutti i sindacati americani che hanno contano qualcosa, con un breve passato in Formula Uno come cercatore di sponsor e l’ambizione di diventare l’Ecclestone della vela. La differenza tra auto e vele stà in quel bizzarro documento del 1857 che si chiama Deed of Gift e che finora nessuno è riuscito a scardinare e che definisce l’esistenza di un defender e di un challenger. C’è fascino in questa resistenza, anche nelle barche che alla fine è riuscito a produrre per questo match.
Bmw Oracle chiede che sia ammesso un osservatore sulla barca Comitato, il presidente Harold Bennet accetta.
Alinghi risponde che va bene purchè questo non sia il signor Tom Ehman e che invece si presenta all’alba di lunedì all’imbarco con il Comitato di Regata. Il vice commodoro della Societe Nautique de Geneve Fred Meyer, che dovrebbe essere l’osservatore di Alinghi e Ehman alzano la voce si avvicinano simulando un corpo a corpo, poi l’americano sale a bordo spogliato dell’elettronica che può servire a registrare. Tom Ehman è un provocatore nato, ironico, presente. Spesso usa la stessa verità per rompere le scatole, e di certo non risparmia nulla agli avversari in un momento in cui li vuole caricare di pressione psicologica. Avergli fatto sapere che era una persona non desiderata in quella posizione è invitarlo a essere puntuale all’imbarco.
Ci sono solo un paio di cose su cui Alinghi e Bmw Oracle si sono messi d’accordo, e si fa per dire. Una è l’eventualità di correre di domenica, l’altra è quella di modificare la linea di partenza cercando di togliere vantaggio a chi entra nel box del via con le mure a dritta, ovvero con diritto di precedenza.