Il massimo trofeo velico

Giorno di riposo per gli equipaggi ma di lavoro per gli shore team che a Valencia stanno lavorando preparando le barche alla regata di mercoledì. Gli svizzeri in previsione del vento, che sembra essere troppo, hanno sostituito le derive verticali con quelle a profilo variabile. In pratica queste derive entrano nella stessa scassa di quelle verticali, costruita per lavorare con due soli punti di appoggio e quindi consentire anche il movimento di questa forma particolare. A seconda della quantità di deriva che scende in acqua cambia la sua incidenza mantenendo un profilo più perpendicolare possibile all’acqua quando aumenta lo sbandamento. Bmw Oracle ha derive ad arco di cerchio più semplici.

Sembra che il triamarano americano sia rapido… dopo la partenza ha infatti superato i sedici nodi mentre Alinghi navigava molto più piano e con un angolo peggiore. Dopo il rush degli americani, più veloci e anche con un angolo migliore controvento le due barche hanno navigato sulla stessa rotta senza grandi differenze di velocità. Ora la domanda è: c’è qualcuno che gioca al gatto con il topo? Per scoprirlo tocca aspettare mercoledì. Alinghi è la traccia blu, Bmw Oracle quella gialla.

La Coppa America numero 33 non comincia: giornata di bonaccia quasi totale, e campo difficile. Si è capito che avere lo stesso vento a venti miglia di distanza non è roba facile e che passerà un certo tempo prima di riuscire a vedere le due barche in regata. Ci hanno provato rientrando sulla via delle basi, per qualche minuto Bmw Oracle ha sfondato il muro dei sedici nodi, in realtà una velocità ridicola per queste barche, mentre Alinghi arrancava dietro a solo quattrodici. Ma erano solo impressioni registrate fuori regata, senza che possano trasformarsi in un pronostico.
Le previsioni promettevano qualcosa di più ma il vento non è mai arrivato e la folla delle barche che avevano raggiunto le zone di partenza e della boa di bolina è tornata mestamente in porto. Chi ha raggiunto la barca comitato ha navigato per 25 miglia circa. La prossima regata è mercoledì prossimo.

Larry Ellison, Russell Coutts, James Spithill, l’equipaggio di Bmw Oracle con gli italiani Matteo Plazzi alla navigazione e Simone De Mari all’albero sono saliti sul loro trimarano in una mattina di bonaccia totale, forti dell’incoraggiamento delle famiglie e di un plotone di appassionati svegli all’alba. Nella base americana i respirava festa ma anche un forte senso di responsabilità. Come se vincere questa Coppa America sia una sorta di necessità, per la Coppa e lo sport. Gli americani insomma si sentono ancora una volta esportatori di democrazia, sentono Alinghi molto più di un avversario da battere: è un vero nemico. Qualcuno dice che Larry ed Ernesto in realtà si sentono tutte le sere su skype, come due ragazzini. Ma non sembra vero. Nel loro rapporto si è davvero rotto qualcosa. Ellison ha fatto male a non partecipare alla conferenza stampa degli armatori, lasciando il palcoscenico a Ernesto Bertarelli.
Gli svizzeri sono calmi, sicuri, sperano nella bonaccia più totale per sfruttare il loro cat. E il vento sembra davvero poco, almeno per il primo giorno.

Si parla tanto italiano in questi giorni Valencia. Si spera in una pacifica conclusione della Coppa 33 per iniziare a lavorare a una nuova edizione multi challenge. Cosa può succedere? Intanto in caso di vittoria di Alinghi è molto probabile che Green Challenge di Francesco De Leo e Lorenzo Rizzardi, sfida lanciata con il guidone del Circolo Vela Gargnano diventi il Challenger of Record, ovvero il primo degli sfidanti e quello che con il Defender decide le nuove regole del gioco. Nato sulle ceneri di +39 il sindacato ha tentato anche una sfida con i multiscafi poi rifiutata. Sarebbe la prima volta nella storia che due club con base su un lago hanno in mano la Coppa America. Risultato di una svista del 2003, quando i challenger accettarono la sfida della SNG senza valutarne fino in fondo le conseguenze.
In caso di vittoria di Bmw Oracle è possibile che questo onore vada a Mascalzone Latino, che fin dalla prima ora si era schierato con gli americani, Vincenzo Onorato, che ha ceduto la presidenza del team alla moglie Lara, sarebbe alla terza partecipazione dopo il 2003 e il 2007. Al momento per partecipare alle regate di Auckland e Maddalena del LVT ha assoldato il timoniere Gavin Brady e il tattico Flavio Favini e sulle vele avrà il logo Audi.
Gli altri italiani pronti a partecipare sono la nuova Azzurra, che riparte con lo spirito della primissima condotta da Riccardo Bonadeo e s.a. Karim Aga Khan. Hanno scelto per timoniere il palermitano Francesco Bruni e per tattico Tommaso Chieffi. Azzurra, che ne ha vinto la prima tappa a Nizza, e Mascalzone in marzo saranno a Auckland per il Louis Vuitton Trophy.
Ma non manca all’appello degli aspiranti Patrizio Bertelli, che desidera la quarta partecipazione di Luna Rossa e tiene attiva la rinnovata ciurma (si fa per dire ovviamente) dal cuore tutto brasiliano grazie a Torben Grael e Robert Scheidt correndo nel circuito dei TP 52. Bertelli dopo un incontro segreto, in cui lo voleva assumere, fatto ad Alicante con Russell Coutts aveva capito che questa edizione sarebbe stata un inferno legale e si era tirato indietro suscitando qualche malumore. Si è capito dopo che aveva visto lontano

Il profilo di Bmw Oracle e di Alinghi, due grattacieli di vele che ombreggiano la città di Valencia, resteranno il simbolo più evidente della Coppa numero 33, una edizione di guerra davvero totale e per questo molto contemporanea: lotta di tecnologia, di avvocati, di comunicazione. Lotta tra personalità, ma questo è consueto. Il dopo sarà meglio del prima, perché ci sono nuove strade da percorrere. Intanto la tecnologia, non si può negare un fascino totale alle due barche e dell’incontro di un cat da spiaggia enormizzato e un tri oceanico addomesticato. L’ala di Bmw Oracle è un pezzo d’arte lungo 67 metri che raccoglie esperienze aeronautiche, nautiche.

Di Alinghi si apprezza la struttura esile, anzi leggiadra, anche se a ben vedere le forze in gioco hanno qualcosa di ugualmente grande: il puntone che sorregge i tiranti sotto la sfera che tiene l’albero sopporta un carico che può superare le cento tonnellate e in fondo è solo un tubo di carbonio neanche tanto spesso.

La Coppa America, fin da quando gli americani si sono presentati nel Solent nel 1851, vive tutte le pulsioni della società che la genera. Allora era la vittoria del nuovo mondo, adesso è questo senso di superamento di ogni confine nel duello che credevamo cavalleresco e che scopriamo invece intriso di sentimenti che vanno ben oltre, lo sport come lo abbiamo inteso finora. I giudici non hanno mai lavorato tanto: la Corte Suprema di New York, che interpreta il Deed of Gift, è stata chiamata per nove volte a giudicare da Bmw Oracle e per tre da Alinghi. Gli americani hanno avuto ragione per sette volte, tre giudizi sono in sospeso al momento di scrivere, gli svizzeri hanno avuto ragione due volte. Fa statistica? Perché gli americani hanno avuto più volte ragione? Perché i giudici sono americani o perché è il risultato vero della lettura delle regole? Forse non ha molta importanza saperlo davvero, ne indagare perché il triangolo Ellison, Coutts e Bertarelli sia stato così incapace di trovare un accordo qualsiasi.

 Tuttavia giova notare come tutto questo assomiglia drammaticamente alla situazione che si produce in molti stati democratici, dove con la comunicazione si tenta di scardinare il potere giuridico e minare l’equilibrio dei tre poteri così ben definiti dal Barone di Montesquieu. Una giovane e aggressiva giornalista delle reti Blomberg, nuova del rutilante giro della Coppa, a fine gennaio ha chiesto imperterrita a tutti quelli che intervistava “ma tutto quello che è successo che danni ha fatto alla Coppa?”. Alla fine la Coppa è sempre uno spettacolo assoluto, e anche la 33 di questi giorni lo sarà.

Ernesto Bertarelli si è presentato a Auckland nel 2000, il capodanno australe era l’occasione per conoscere Russell Coutts e la Coppa America. Giovane e ricco aveva già preso le misure al mondo della nautica finanziando Pierre Fehlman in un progetto di giro del mondo in monotipi non proprio fortunato. L’occasione di vincere la Coppa con il nucleo storico di Team New Zealand era invece una possibilità concreta. E infatti Bertarelli lo ha detto subito “non voglio diventare vecchio pensando di avere rinunciato a un’occasione come quella”. Coutts era in lite (abbiamo scoperto poi che è un suo tratto del carattere) con Peter Blake, quasi non si parlavano, e con i suoi amici erano alla ricerca di un nuovo sindacato. Dalla parte degli sfidanti hanno saputo vincere di nuovo.