Come si naviga
America's Cup, Sport — By Antonio Vettese on 10 febbraio 2010 09:02Nel compound di Bmw Oracle la afterguard del trimarano hanno dato qualche spiegazione sulla barca e il modo di usarla. James Spithill il timoniere ha raccontato che la regolazione dell’ala è fatta in gran parte “sui numeri” ovvero utilizzando un data base che intreccia velocità e condizioni del vento. Un poco come gli aerei dove è il computer ad adattare il profilo e in alcuni casi la posizione delle ali. Come sui caccia da combattimento. L’ala può disporre di tre regolazioni base: l’angolo con lo scafo, l’angolo tra le due sezioni principali, il twist dei nove pannelli che compongono la parte posteriore e che si muovono in maniera indipendente. Non esiste la “scotta” della randa. Se il trimarano fosse stato progettato fin dall’inizio senza questa necessità la sua struttura srebbe molto diversa, perchè la scotta è un punto di carico molto importante. Tra le caratteristiche dell’ala quella di indurre meno sbandamento alla barca e al contempo più spinta. Gli angoli di incidenza con il vento possono essere molto minori, si passa dai 10/12° gradi tipici di una randa tradizionale a soli 5/6°.
Altro particolare interessante sono gli occhiali del timoniere, realizzati con la tecnologia già impiegata su elicotteri e auto sono una scelta fatta anche per ridurre il cablaggio e il peso delle attrezzature. James può chiedere al navigatore Matteo Plazzi quello che vuole vedere, dalle informazioni tradizionali sul velocità e campo di regata a quelle più particolari con i dati sull’ala, le sollecitazioni sulle strutture. Matteo con una battuta ha detto che “ci sono anche un paio di pagine per tenerlo allegro”. In realtà non sono una novità assoluta, già nella edizione del 2007 erano stati impiegsati da alcuni team tra cui Alinghi, Luna Rossa e Bmw Oracle. Nella foto da sinistra il tattico John Kostecki, il timoniere James Spithill e il navigatore Matteo Plazzi.
2 Comments
Si , sostanzialmente gli occhiali del timoniere , sono quelli che sui caccia e sugli elicotteri d’attacco si chiamano Head-up Display. Le tecnologie di grido dell’edizione precedente erano gli interfoni che aveva Alinghi che si diceva che viaggiassero sui gigahertz dei sistemi WI-FI e fossero schermati per evitare qualche ascoltatore non opportuno.
Ma in Coppa America la tecnologia è sempre stata al centro dell’attenzione , motivo anche di spionaggio…
Vi ricordate ad esempio la storia degli anni novanta quando si raccontava che Bill Koch di America Cube avesse un minisommergibile con cui andava a vedere cosa c’era sotto il Moro di Venezia di Gardini ….
Bill Koch mandava perpetuamente una barca a seguire i Mori, in realtà le appercchiature erano in gran parte finte e le rilevazioni erano molto “analogiche” cioè impressioni dei velisti, fotografie se ci riuscivano. La cosa vera è che il Moro 3, la prima vera barca della generazione 2.5 Iacc era stata misurata con delle foto aeree conparandola a un container che era di fianco. Adesso i due team progettuali usano l’altezza dei prodieri e a quanto pare arrivano a una precisione di qualche millimetro. In pratica conoscono quasi alla perfezione le misure degli avversari.