Il vento oggi ha fatto le bizze, il Comitato ha dovuto aspettare fino al primo pomeriggio per allestire il campo di regata e lanciare tra le boe i primi due equipaggi: l’americana BMW Oracle e la russa Synergy. Ebbene, ancora una volta l’equipaggio vincitore della Coppa America numero 33 si è fatto battere. Karol Jablonski, il timoniere polacco ha sempre tenuto aperto il gioco riuscendo a superare l’avversario al termine della seconda bolina vincendo con un vantaggio di 21 secondi.

Molto accesa la partenza della regata tra Emirates Team New Zealand e BMW Oracle Racing, che deve da qui in poi iniziare a vincere. Dean Barker, il timoniere neozelandese, riusciva a infliggere una penalità a James Spithill nelle fasi del prepartenza. Gli americani conducevano la regata con i kiwi che gli lasciavano un piccolo vantaggio sicuri del fatto che la penalità sarebbe stata sufficiente. Ma verso l’arrivo gli Umpire, gli arbitri in acqua, penalizzavano la barca neozelandese per non aver teso a suffcienza lo strallo di prua. I pochi metri di vantaggio conservati dagli americani erano sufficienti a vincere.

Dopo il settimo giorno ci sono tre barche a quattro punti: Artemis, Emirates Team New Zealand e Synergy.

Questa sera i velisti si concederanno una distrazione, con il “beach party”: la località è “top secret” ma di certo la grande festa organizzata da Louis Vuitton nell’ambito del Louis Vuitton Trophy in corso alla Maddalena avrà una location da sogno. Sono attesi vip e star internazionali per una sorta di “Croisette” in arcipelago su cui sfileranno numerose ambasciatrici delle bellezze della Sardegna e dell’arcipelago che ospita la competizione.

E’ a La Maddalena uno degli oggetti naviganti più inguardabili che siano stati concepiti. Il passato, e anche il presente, ci ha proposto barche veramente brutte, ma almeno avevano l’attenuante di non avere nessuna firma e nessuna ambizione: erano il frutto di fantasie personali. Il pubblico di fronte a questa creatura di nome Ocean Emerald si sente costretto ad annuire, anzi stupire. Il motivo sta nella firma. Grande architetto, grande designer che si esprime a suon di conferenze stampa e che muove una corte rinascimentale di bravi ragazzi e ragazze che lo seguono con il nasino per aria. Si chiama sir Norman Foster, ed effettivamente è uno dei maestri dell’architettura contemporanea, ha scritto pagine interessanti nelle grandi opere londinesi e mondiali: torri, grattacieli, restauri. Ma andar per mare è una storia diversa, come sappiamo. E questa barca non solo è brutta da vedere, rolla anche da ferma per le sue grandi sovrastrutture. C’è qualcosa di buono? Si, il dentro non corrisponde al fuori, nel senso che gli spazi e gli arredi, le luci, sono gradevoli e lontani dal kitch consueto delle navette a motore, dove sembra spesso che le lezioni del design contemporaneo siano dimenticate e che si possa esprimere solo lo stile “ottone e radica”. Lo stile di arredo in realtà è molto simile  alla new age minimale proposta una decina di anni fa da alcuni progetti di restauro. Insomma sir Norman Foster ci ha deluso. E tanto. E più di lui tutti quelli che, solo perchè è baronetto, pensano abbia ragione.