Bellezza dei contrasti. Poche decine di metri separano il Marina dell’ex Arsenale della Maddalena dalla base dove si allunga la fila dei container, le “officine mobili” dei team in competizione al Louis Vuitton Trophy. La gigantesca gru telescopica muta il rosso intenso del suo braccio, dritto verso il cielo come se volesse ammonirlo, quando il sole lo scaraventa a terra, annerendolo quasi fosse la lancetta di una meridiana. Una radio a tutto volume, è il rapper Jay-Z ad irretire un’alba pacata,da affresco tiepolesco, e dunque rosa e celeste. In veleria, un ventilatore asciuga uno spinnaker, è tiepido, ronzante scirocco. Carbonio, kevlar, vetroresina: “cose” degne di Jules Verne per le barche a vela latina che beccheggiano appena nel riquadro di un azzurro appena increspato del marina. Sono nate e cresciute quando andar per mare era comunque fatica anche quando non era lavoro. Per orientarsi, le stelle, ben prima del sestante, del cronometro e delle effemeridi.

Apparsa intorno all’anno Mille, diffusa in Mediterraneo dagli arabi, la vela latina ha soppiantato la vela quadra. Per intenderci, quella di Ulisse. Dunque, i latini non c’entrano nulla con il suo nome, contrazione ed evoluzione della definizione “vela alla trina”, a triangolo, formato dall’”antenna”, issata diagonalmente all’albero, con l’angolo di scotta in basso. La Sardegna e in particolare La Maddalena,  hanno contribuito alla sua rinascita insieme a Stintino , Carloforte, Bosa, Alghero. I maestri d’ascia sardi ci sono ancora: tra i più noti, Del Giudice e Carrano, Polese, Sanna. E così i velai, che cuciono- volendo anche in tela- la grande “bastarda”, la media “burda”, la piccola “marabutto”.

Serpe istoriate, essenze pregiate, ottoni: è la palese “lontananza” da ogni assimilazione alla produzione in serie, fosse anche la più limitata. La bellezza è rigore: solo le bussole occhieggiano sulla coperta. Bitte e gallocce?  Domanda inutile, sono in legno. Vecchie signore, fascino d’antan, piacere di un tempo che fu? No, da tutte trasala un profumo ora quasi dimenticato, una compostezza domestica e virile, di quando si costruiva con la prospettiva del “sempre” e invece di buttare via si riparava e si restituiva. Non è solo flatting, è la mano del maestro che ha cercato nei tronchi  e nei rami quelli che avesse già la forma più idonea per intagliare uno un madiere, un segmento del cavallino. Verrebbe da accarezzarle ma potrebbero scostarsi, ingelosite dai tanti sguardi catalizzati dalle protagoniste del Louis Vuitton Trophy, slanciate e fatali nel loro abito nero che lascia spazio agli sguardi e ai commenti.

Il tempo delle signore a vela latina ormeggiate nel marina scorre al ritmo degli anni e dei decenni. Non è così per le atlete che si contendono anche l’ultimo decimo di secondo. Aveva ragione Einstein, anche il tempo è relativo.

Donatello Bellomo

La giornata comincia presto: in acqua Azzurra ed Emirates Team New Zealand. L’incontro è atteso, per gli italiani abbordabile per quanto difficile. Francesco Bruni e Tommaso Chieffi impostano una bella partenza e riescono a conquistare un bel vantaggio. Il pubblico italiano freme: i nostri sono davanti ai maestri, Azzurra che finora ha fatto belle regate senza portare a casa i risultati che merita è li in mezzo al campo, con i kiwi a inseguire. Ma avvicinandosi alla boa di bolina Azzurra invece di mantenere una posizione forte proseguendo a destra pasticcia e si infila in una brutta serie di manovre. Dean “Dino” Barker piomba su Azzurra con eleganza, ma determinazione. E li schianta. Gira la bolina in testa. Game Over, piccolo recupero degli italiani alla fine per tagliare con 16 secondi di ritardo.

Racconta Tommaso Chieffi, tattico di Azzurra: “In partenza entrambi gli equipaggi hanno lottato duramente per l’estremo sinistro e noi siamo riusciti a ottenerlo. Checco è stato molto bravo ad agganciare Emirates Team New Zealand da poppa. Barker ha cercato di resistere, ma a un certo punto ha dovuto mollare il colpo. Per due terzi della bolina non incrociavamo, ma abbiamo avuto pazienza e a circa un minuto dalla lay-line è arrivato l’aspettato salto da sinistra e siamo riusciti a incrociare. A questo punto sembrava una regata fatta. Ma poi, purtroppo, c’è stata un’ingenuità’ da parte mia: guardando dietro, ho pensato che ci fosse spazio per fare due virate, invece così non è stato. Probabilmente eravamo sul massimo sinistro e un pelo di rotazione a destra del vento ha ridotto le nostre tre lunghezze di vantaggio a meno di una; purtroppo questa mia valutazione inesatta ci è costata una regata praticamente vinta… per cercare di fare troppo bene alla fine abbiamo fatto troppo male.”
I kiwi restano in barca e liquidano dopo una falsa partenza e una regata al comando i francesi di Aleph Sailing Team per 29 secondi. Tocca poi a TeamOrigin e Synergy: bella regata, vinta dagli inglesi con un vantaggio di soli 6 secondi.
I motori sono caldi, il pubblico pronto, quando salgono sulle barche il leader della classifica Artemis, la barca di Paul Cayard e Terry Hutchinson contro Mascalzone Latino Audi Team: si combatte per la parte alta della classifica. Artemis è imbattuta dopo quattro regate. I Mascalzoni sono bravi, il timoniere Gavin Brady usa tutta la sua perfida cattiveria: impacchetta gli avverasi, li lascia fermi come non si dovrebbe mai finire e si lancia verso la gloria. All’arrivo il vantaggio di Mascalzone è di 46 secondi. Spiega il tattico Morgan Larson: “Gavin ha fatto una grande partenza sulla sinistra, dove volevamo essere. Ieri sera avevamo fatto una bella riunione puntualizzando la debolezza di Terry nel prepartenza. Credo che Gavin abbia sfruttato quella lacuna anche se sarebbe bastato pochissimo per Terry per volgere la situazione a suo favore”.
Dopo i Mascalzoni tocca a Synergy battere i francesi di Aleph per 33 secondi, in attesa del grande match tra BMW Oracle e Luna Rossa. Dalla parte americana il timoniere australiano James Spithill, che nel 2007 era su Luna Rossa. Le due barche partono lontane: Luna Rossa dalla parte del Comitato e gli americani vicino alla boa. Il vento da ragione a Luna Rossa che naviga indisturbata per tutto il resto del percorso e vince con un vantaggio di 22 secondi. Cicco Rapetti, un ex di Alinghi e uno dei più forti velisti italiani, scivola in mare a mezza barca ma si tiene a una scotta, riesce a risalire. Per l’equipaggio di Ed Baird e Torben Grael la vittoria è una grossa soddisfazione, un secondo punto che da forza dopo l’avvio incerto. Dice Romolo Ranieri, uno dei vecchi leoni del team di Patrizio Bertelli: “Un vittoria importante, perché possiamo continuare a contare sui nostri risultati e  non su quelli degli altri. Un momento difficile è stato al giro di boa quando Cico Rapetti è rimasto impigliato in una controscotta ed è caduto in mare. Per fortuna è riuscito a tenersi e a tornare a bordo”.   

La giornata si chiude con i preparativi per la grande festa di domani: località a sorpresa, come nella tradizione di Louis Vuitton, sempre autore di grandi feste. Gli invitati sono eccellenti e saranno ambasciatori delle bellezze della Sardegna e dell’arcipelago della Maddalena. Donne bellissime come Margareth Made, Kasia Smutniak, Bianca Balti, Martina Codecasa, Diane Fleri, Daniela Fiu. Da Bolliwood arrivano Sameera Reddy e Malaika Arora Khuan; dalla Francia la conduttrice televisiva Arianne Bourgoin, Léa Seydoux, Charles Gilibert.  

Classifica provvisoria
1) Artemis, 4-1, 4 punti
1)  Emirates Team New Zealand, 4-1, 4 punti
3)  Mascalzone Latino Audi Team, 4-1, 3 punti *
3)  All4One, 3-3, 3 punti
3)  Synergy Russian Sailing Team, 3-3, 3 punti.
3)  TEAMORIGIN, 3-3, 3 punti
7)  Azzurra, 2-3, 2 punti
7)  Luna Rossa, 2-5, 2 punti
9)  BMW Oracle Racing Team, 1-4, 1 punto
10)  ALEPH Sailing Team, 2-4, -2 punti *

* Punti dedotti per intervento della Giuria/Comitato

Una bicicletta, pochi minuti di pedalata senza affanni dall’Antico Arsenale che ospita il Louis Vuitton Trophy, ed ecco il ponte tra La Maddalena e Caprera. Massi di granito che il vento ha sbozzato in sculture improbabili, macchia mediterranea, una pineta popolata dai cinghiali. La sequenza di rettilinei e curve finisce a Stagnali, la nostra meta, un’antica struttura militare non lontana dalla casa di Garibaldi, dove si trovano il Museo Geomineralogico, il Museo del Mare e delle Tradizioni Marinaresche e il Centro Ricerca Delfini.

Tutti ma proprio tutti i minerali dell’isola sono raccolti nelle due sale della prima struttura. Il responsabile Ennio Santoro, esalta le caratteristiche del granito isolano. “E’ il più tenace e duro. I nostri scalpellini e la nostra pietra hanno reso La Maddalena famosa nel mondo”. Una foto, vecchia di ottant’anni, immortala la preparazione sull’isola del singoli elementi e il montaggio in Egitto del gigantesco monumento intitolato “Alla difesa del Canale di Suez”, una sorta di torre-obelisco visibile a chilometri di distanza. Una scacchiera a settori, protetta da un cristallo. “Ognuno contiene la sabbia di una nostra spiaggia”. Dal grigio all’oro al giallo al rosa. Santoro indica contemporaneamente due riquadri, il primo è grigio, appena macchiato di rosa, nel secondo il colore è intenso. “La spiaggia di Budelli ha ritrovato il suo colore naturale grazie alla tutela ambientale. I turisti prelevavano la sabbia come souvenir, le ancore aravano i fondali e uccidevano la Posidonia, “responsabile” della colorazione della rena. Siamo tornati all’antico, fortunatamente”. Domina la sala un grande blocco di quarzo che Santoro definisce “eccezionale”. In un’altra vetrina, le testimonianze preistoriche dell’utilizzo delle pietre locali: coltellini in selce, punte di freccia in ossidiana, pestelli in “Gneiss”. Un settore è dedicato alle attrezzature dei cavatori. Scalpelli, ovviamente, martelli di ogni tipo, manuali e pneumatici. Nella seconda sala, decine e decine di specie di conchiglie e di flora marina.

Il Museo del Mare e delle Tradizioni Marinaresche “apre” con un’attrezzatura completa da palombaro con tanto di pompa della ditta Italo Zannoni di La Spezia, risalente ai primi del secolo scorso, baule, vestiario e tabelle originali di decompressione. Poi, modelli in scala di scafi. E madieri, bozzelli, passacavi, tutti di fattura artigianale, fanali di via, bussole. Non si tratta di cimeli ma di “strumenti quotidiani”, opacizzati dall’uso e dal tempo. Un armo latino, completo di vela, campeggia nella seconda sala, a fianco di un boma proveniente da una grande imbarcazione ottocentesca.

Tra i responsabili del Centro Ricerche Delfini, Irene Galante, milanese. “In queste acque vivono circa cinquanta esemplari della specie Tursiope. Nelle Bocche di Bonifacio, transitano anche Stenelle e Balenottere. Un maschio adulto di Tursiope, che in libertà vive sino a quarant’anni, può pesare sino a trecento chili per tre metri di lunghezza”.

Il Tursiope è il delfino che conosciamo grazie al cinema. Pare sia un attore nato. Curioso, intelligente, facile da addestrare. Il Centro monitora tutto l’anno dal gommone gli esemplari in arcipelago; il Tursiope ha abitudini costiere e stanziali. Ogni delfino ha una sorta di carta d’identità che ne permette il riconoscimento: la pinna dorsale, mai eguale a un’altra. Da qui, il nome attribuito a ciascun esemplare: Pippo ( è il più famoso, un grande poster lo ritrae a pelo d’acqua mentre si sta immergendo, la pinna è ben visibile), Pennabianca, Lembo… Al nome non corrisponde sempre la certezza sul sesso dell’esemplare. “Andiamo per esclusione” precisa Irene. “Se un esemplare viene avvistato per più stagioni senza un piccolo che nuota al suo fianco, è un maschio. I cuccioli restano con la madre per almeno tre anni”. Il delfino ha un palato fine; le sue papille gustative ne fanno un intenditore di triglie e calamari. Meno gradito è lo scorfano. Tra le attività del centro, i corsi di educazione ambientale per studenti, la divulgazione ai turisti e un parallelo monitoraggio dei Tursiopi in collaborazione con i pescatori locali.

Donatello Bellomo

Il Louis Vuitton Trophy La Maddalena è arrivato al suo quinto giorno, con la Sardegna che finalmente è diventata l’isola del vento, con un programma ricco di scontri tra grandi campioni che non si risparmiano negli scontri che ogni giorno animano l’aricipelago de La Maddalena. Mentre lo shore team (la squadra che si dedica alle operazioni di terra) lavora alle barche danneggiate ieri nell’incontro tra Azzurra e Aleph, penalizzato per un totale di quattro punti per quanto successo, in acqua il Comitato presieduto da Peter “Luigi” Reggio ha lavorato come al solito per rispettare il programma. Al mattino, prima regata, è sceso in acqua l’equipaggio di Mascalzone Latino Audi Team per incontrare il sindacato russo Synergy,idea di un gruppo di imprenditori con interessi internazionali affidato al sanguigno timoniere polacco Karol Jablonski. Synergy è partito meglio e ha condotto per gran parte della regata e i fatti decisivi sono nell’ultima poppa. Gavin Brady riesce a girare la boa di bolina proprio dietro i russi, con una manciata di secondi di ritardo e poi comincia il suo attacco. Li pressa da vicino, resta all’interno nella strambata e poi riesce a “rollarli” come si dice in gergo per definire il sorpasso. In quel momento Jablonski si innervosisce e quando gli italiani sono già oltre, liberi di scegliere la loro rotta cerca di portarli all’orza. Il risultato sono due penalità, una per l’infrazione e l’altra per aver reagito male nei confronti degli Umpire, gli arbitri in acqua, quando ha visto alzare la bandiera di penalità. Capita.  Racconta Alberto Barovier aiuto prodiere su Mascalzone Latino: “Oggi scirocco a 15 nodi, e con questo nuovo vento abbiamo provato anche nuove emozioni nella regata contro Synergy. Abbiamo tenuto il contatto con l’equipaggio russo per tutta la regata e nella seconda poppa siamo riusciti a coprirlo e rollarlo, scatenando la sua aggressività che lo ha portato a subire ben due penalità. Un altro punto molto importante per noi”. Per la barca italiana il programma non prevedeva altre regate mentre i russi sono rimasti restare in barca per affrontare Emirates Team New Zealand. Synergy al mattino era imbattuta, al pomeriggio deve incassare due sconfitte: Dean Barker e il suo equipaggio non perdonano, non lasciano spazio a Karol e compagnia non ostante un grande recupero nell’ultima poppa che li porta a tagliare la linea di arrivo con soli quattro secondi di ritardo. Terzo match del giorno quello tra BMW Oracle e All4One, dove gli americani sono finalmente protagonisti  e conquistano la loro prima vittoria dopo un avvio non facile. Incontro combattuto, vivace, con l’equipaggio franco tedesco sempre vicino e autore di una partenza migliore di quella espressa da James Spithill che però ha ritrovato la sua mano felice lungo la bolina dove ha superato gli avversari rimanendo poi al comando fino alla fine.

Il quarto match della giornata era molto importante per i colori italiani: Luna Rossa contro Artemis, il leader della classifica, imbattuto dall’inizio del Trophy. Per Ed Baird e Torben Grael un incontro importante. Purtroppo si gioca tutto nella partenza, quando Artemis riesce a rallentare Luna Rossa mentre le due barche sono in anticipo sulla linea, a partire più veloce e mettersi in una posizione di controllo. Per Luna Rossa è un lungo inseguimento che dura tutta la regata. Nella prima bolina incisivo, restano vicini, ma poi non riesce più a tenere aperta la regata e lascia il via libera alla quarta vittoria, su quattro regate, per gli svedesi.

Il Comitato è riuscito a rendere possibile una ulteriore regata, per completare il pomeriggio del Louis Vuitton Trophy La Maddalena. L’equipaggio di Luna Rossa è rimasto su Ita 99, una delle due barche messe e disposizione da Mascalzone Latino Audi Team per affrontare All4One, la barca franco tedesca portata da Jochen Schumann e Sebastien Col. Nella partenza Ed Baird e Sebastien Col hanno scelto lati diversi del campo, ma quando è stato il momento di convergere Luna Rossa, che era a sinistra si è trovata anche dietro. L’equipaggio di Patrizio Bertelli ha inseguito per tutto il resto della regata ma non è riuscito a tornare vicino, in una posizione che consentisse di attaccare veramente.

Questa mattina all’alba il vento soffiava forte, l’aria si infilava anche sotto le finestre e qualcuno ha detto: finalmente è Sardegna. L’acqua sul magico campo di regata de La Maddalena era bianca: il colore che prende quando il vento muove la superficie. E’ stata, come promesso, una giornata epica. Anche troppo. Ci sono state grandi battaglie tra Synergy e Luna Rossa, sconfitta dai russi che hanno indovinato un’altra regata ben fatta. TeamOrigin ha conquistato la seconda vittoria battendo All4One. E poi Luna Rossa cha ha sconfitto, tre anni dopo le regate di Valencia della finale Louis Vuitton Cup che l’avevano vista soccombere nei loro confronti, Emirates Team New Zealand. La rivincita è anche il primo punto per la barca di Patrizio Bertelli finora rimasta all’asciutto. Ancora: Artemis ha battuto BMW Oracle, lo squadrone di Larry Ellison e Russell Coutts che resta fermo a zero punti dimostrando quanto siano vicini tra loro gli equipaggi e anche quanto vada forte la barca di Paul Cayard e Terry Hutchinson, solitaria in testa alla classifica con tre punti. Fin qui le regate vere: il fattaccio succede nella regata tra Azzurra e Aleph. E’ una brutta collisione proprio mentre le due barche si scambiano qualche favore in partenza. I francesi forzano un incrocio per cambiare lato sulla linea di partenza ma colpiscono in pieno la poppa della barca su cui naviga l’equipaggio italiano. Gli Umpire (i giudici in acqua) decidono subito per penalizzare con la bandiera rossa i francesi e poi decidono per la nera: squalifica immediata e vittoria assegnata ad Azzurra.  “E’ stato un errore di comunicazione tra il prodiere e il timoniere di Aleph – racconta Gabriele “Ganga” Bruni – abbiamo visto il prodiere che invitava il timoniere a proseguire nella sua rotta. Non c’era tempo per reagire e cambiare rotta”.  Il prodiere della barca francese è Gilles Andrè, una campagna a Valencia con China Team, il timoniere è l’esperto Bertrand Pacé, in questa occasione troppo desideroso di forzare la mano. Il danno alle due barche è consistente: la prua aperta di Usa 98 fa più impressione delle crepe che si sono prodotte a poppa di Usa 87. I due gioielli di BMW Oracle, le barche usate dal team per la Louis Vuitton Cup del 2007, sconfitto in semifinale da Luna Rossa, hanno bisogno di cure  e il programma verrà modificato. E’ probabile che si corra con una sola coppia di barche fino alla fine modificando il programma delle regate. Dopo il round robin sono le semifinali e le finali. Le regate di questa fase diventano “must win” per molti sindacati.
La regata del giorno, per i colori italiani, è quella del primo punto di Luna Rossa: finalmente lo squadrone di Patrizio Bertelli, del timoniere Ed Baird, del tattico Torben Grael ha trovato la sintonia per battere un avversario importante: Emirates Team New Zealand. Per gli italiani è stata una regata autorevole, con una bella partenza, una bella scelta di campo. Per due volte hanno navigato a destra del campo, hanno preso qualche rischio nella seconda decisiva bolina, quando i kiwi sembrava potessero entrare in corsia di sorpasso dopo esser rimasti a sinistra e aver costruito una certa separazione. Non ci sono riusciti.
Racconta Torben Grael: “Potevamo andare meglio con Synergy, abbiamo avuto una possibilità di passarli alla bolina ma non siamo riusciti a usarla. Contro Emirates Team New Zealand siamo partiti bene ma un salto consistente sembrava averli rimessi in regata. Abbiamo creduto nel nostro lato e siamo arrivati bene alla boa. Non è stato facile ma ci siamo riusciti. Adesso ogni giorno bisogna vincere…”.
La classifica è corta con Artemis al comando con tre vittorie e nessuna sconfitta e subito dietro quattro barche con due vittorie: Synergy, All4One,Azzurra e TeamOrigin.

 La classifica
 1) Artemis, 3-0, 3 punti
 2)  All4One, 2-1, 2 punti
 2)  Azzurra, 2-2, 2 punti
 2)  Synergy Russian Sailing Team, 2-0, 2 punti
 2)  TeamOrigin, 2-3, 2 punti
 6)  ALEPH Sailing Team, 2-1, 1 punto*
 6)  Emirates Team New Zealand, 1-1, 1 punto
 6)  Luna Rossa, 1-3, 1 punto
 6)  Mascalzone Latino Audi Team, 2-1, 1 punto *
10)  BMW Oracle Racing Team, 0-3, 0 punti

  *  Punti detratti dalla Giuria/Umpire

Terzo giorno per il Louis Vuitton Trophy La Maddalena, il terzo della serie dopo Nizza e Auckland. La giornata comincia con una bella cartolina: il bacino del vecchio Arsenale che si fa sempre più vivo, decorato dalle vecchie barche con le vele latine tipiche dei mari della Sardegna, con l’isola sempre più in festa e vicina al grande evento. Al terzo giorno i dieci concorrenti cominciano a sentirsi davvero in regata e a riscoprire il mare della Sardegna. E oggi giornata di gran sole, con un rinvio delle regate fino al primo pomeriggio. Le regate, organizzate dalla Lega Navale sezione La Maddalena sono cominciate attorno alle tre, dopo una serie di salti di vento che hanno costretto il Comitato diretto da Peter Reggio a un gran lavoro prima di assicurare il via alla prima regata. Prima partenza tra Team Origin e BMW Oracle, la barca americana, la più attesa dopo la vittoria della Coppa America a Valencia in febbraio, nel corpo a corpo ha preso una penalità, poi è costretta a inseguire per tutta la regata senza grande efficacia incassando la seconda sconfitta con un distacco di un minuto e tre secondi. Per gli inglesi di Team Origin è la prima vittoria dopo un avvio incerto, vittoria che rida fiducia a un equipaggio carico di titoli e medaglie. La seconda coppia di barche in regata è quella tra Synergy e All4One. L’equipaggio russo, condotto dal timoniere polacco Karol Jablonky riesce a restare vicino agli avversari per tutta la regata e gioca la carta vincente al cancello della poppa, dove Synergy riesce a guadagnare la destra, che da un grande vantaggio, vincendo con trentaquattro secondi sull’avversario.

Ma l’incontro più atteso del giorno è quello tra Azzurra e Luna Rossa, anche il terzo incontro diretto tra le barche italiane. Si tenta una prima partenza con il vento che continua a cambiare direzione. Ed Baird porta Luna Rossa in una bella posizione, controlla Azzurra nel primo tratto di bolina, poi però il Comitato decide di rinunciare alla regata e richiama le barche per un salto eccessivo del vento. Quando si ricomincia ancora una volta Ed Baird sembra in grado di controllare Francesco Bruni. La prima bolina è vero match race, con uno scambio di favori e di virate ravvicinate che tiene con il fiato sospeso. Le due barche girano la boa vicinissime e Azzurra attacca subito Luna Rossa che non riesce a difendersi. Decisivo il passaggio al cancello di poppa: i due avversari sono praticamente pari, ma Luna Rossa inizia la bolina a destra, Azzurra a sinistra. Per Azzurra il vento è migliore, Bruni porta bene la barca e Azzurra passa solidamente in testa conquistando la prima vittoria del Louis Vuitton Trophy La Maddalena. Luna Rossa, dopo la sconfitta subita contro Mascalzone Latino Audi Team, resta a secco di punti.

Nell’altra regata Artemis batte Aleph per un minuto e 12 secondi, una regata a senso unico, con la barca di Paul Cayard sempre al comando.

Si è regatato fino a tardi e il pubblico italiano ha atteso l’incontro tra Mascalzone Latino Audi Team e All4One. Dopo una partenza a favore della barca italiana l’evento chiave del match è al termine della prima bolina, quando dopo un match race serrato Gavin Brady si avvicina troppo all’avversario che stava arrivando con diritto di rotta e subisce l’intervento dei giudici in acqua che lo penalizzano con “bandiera rossa” ovvero con l’obbligo di effettuare la penalità immediatamente per ristabilire le posizioni precedenti alla protesta. Per Mascalzone Latino è sostanzialmente la fine della regata, costretto ad inseguire senza possibilità di recupero.

Nell’altra prova della sera Emirates Team New Zealand ha battuto i francesi di Aleph, protagonisti imbattuti fino a questo momento. I neozelandesi hanno sempre controllato l’avversario usando la loro tattica abituale, concreto controllo senza lasciar spazio a fantasie.

L’incontro della giornata per il pubblico italiano è toccato a Mascalzone Latino Audi Team e Luna Rossa,  al debutto con la nuova configurazione con al timone Ed Baird e in equipaggio un mix di velisti che hanno partecipato alle campagne precedenti e nuovi inserimenti. Mascalzone naviga sotto i fari: è il team ospitante e ha già vinto una regata contro Azzurra, per Luna Rossa la regata era una prima assoluta.
Fin dalla partenza si è avuta la sensazione che su Luna Rossa ci fosse un equipaggio ben rodato e in grado di competere al massimo livello. E infatti Baird e compagni hanno messo la prua della loro barca oltre la linea di partenza dalla parte giusta, navigando in vantaggio con l’avversario. La barca di Patrizio Bertelli è rimasta al comando per tre lati, amministrando bene il suo vantaggio iniziale e controllando i Mascalzoni.

In cerca della mossa giusta per ribaltare la regata a loro favore. Scelgono il mitico gybe set, ovvero la manovra con cui si stramba sulla boa issando il gennaker sulla nuove mura. Complessa e costosa in termini di velocità. Ma anche una scelta obbligata per chi è dietro e cerca nel cappello un coniglio bianco. Le barche si allontanano tra loro: i tattici annusano l’aria con la speranza di trovare la raffica giusta. Mascalzone non si infila nel buco d’aria che aveva rallentato Luna Rossa e consentito di avvicinarsi all’avversario e invece naviga pulito verso l’arrivo. Sul traguardo il vantaggio di Mascalzone è di soli cinque secondi, che servono a conquistare il suo secondo punto del Trophy. Per Luna Rossa il debutto cambia colore, anche se l’equipaggio ha dimostrato di esserci e di non aver perso smalto nel portare la barca. Quello di Luna Rossa non è un errore ma una scelta obbligata nelle condizioni di vento debole e Mascalzone Latino Audi Team ha fatto l’unica scelta che, come è successo, gli ha consentito il sorpasso, deciso dal vento.

Non bene Azzurra, che per il secondo giorno incassa una sconfitta poco piacevole: finora oltre tutto l’equipaggio di Francesco Bruni era stato tra i migliori a interpretare le giornate di vento debole, come quando ha vinto a Nizza. Oggi nella prova contro All4One, la squadra franco tedesca condotta da Jochen Schumann e Sebastien Col dopo una buona partenza è finita dietro e non è mai stata in grado di arrivare a toccare la coda dell’avversario, che ha vinto con un vantaggio di 20 secondi.

Il risultato sensazionale è quello ottenuto da Aleph contro BMW Oracle Racing, il defender della Coppa America, portato da James Spithill non è stato in grado di controllare fino alla fine i francesi, che hanno vinto una bella regata con un vantaggio di 28 secondi.   Per i francesi che già ieri si erano dimostrati molto più in forma che negli eventi precedenti è una bella prova mentre per lo squadrone americano, che a dire il vero per molti mesi non si è mai allenato sul monoscafo, mentre era impegnato a costruire la sfida per la Coppa America c’è da mettere a punto qualcosa.

Senza storia la quarta regata della giornata tra Artemis e TeamOrigin, Paul Cayard e Terry Hutchinson hanno condotto una prova molto lucida e al contrario Ben Ainslie e Iain Percy non hanno trovato la marcia giusta. Il distacco alla fine è di 46 secondi.