,

Una giornata infernale

Il tredici non porta buono alla Nuova Zelanda, che nella giornata che doveva essere del trionfo, della seconda storica vittoria in Coppa America si trova davanti una porta chiusa con un catenaccio fatto di nebbia, bonaccia. E’ ancora una volta tutto sospeso al filo dell’ultima vittoria per conquistare il nono punto, pensare che già domenica scorsa Emirates Team New Zealand poteva chiudere la pratica, prima che la corsa  si impantanasse tra vittorie avversarie e rinvii per vento. Ci sarà ancora una notte di tensione, ancora un’alba di lavoro per lo shore team per montare la barca, ancora paura di un incidente. La cronaca è da infarto: il primo tentativo di correre la tredicesima regata della Coppa parte con vento debole sotto un cielo cupo, mai visto finora a San Francisco, e il corno da nebbia che suona come in una città dell’Adriatico. Dean Barker supera Oracle subito dopo la prima boa con una certa autorità, trovando il canale di vento giusto che gli fa alzare lo scafo, poi inizia la sua corsa. Che questa volta non è contro l’avversario ma contro il cronometro. Una regola “televisiva”, che ha pochi uguali nella vela, impone un tempo massimo di 40 minuti per completare la regata. Il vento, per quanto il tifo neozelandese spingesse, non è bastato a far guadagnare qualche nodo alla barca, che pur camminava a venti nodi, e la regata è stata sospesa quando era alla ultima boa prima dell’arrivo, con Oracle dietro di oltre 1000 metri vittima di ogni tipo di errore. Altri cinque minuti e la Coppa America sarebbe finita, con la vittoria dei dominatori. Invece no, una regola definita a tavolino perché fosse possibile completare entro il tempo previsto due regate al giorno per soddisfare programma e televisione (la seconda non deve mai cominciare oltre le 14 40) contrasta con il range di vento. In altre parole se si fa partire una regata con un vento di 8 nodi, che poi non è neanche cosi scarso, si deve prevedere che le barche ragionevolmente possano completare il percorso in tempo e il tempo massimo di solito è piuttosto lungo. Hanno navigato comunque spesso oltre i 20 nodi, usando il code 0 che abbiamo visto molto raramente. Insomma, dopo le sospensioni per troppo vento anche questi scherzi del regolamento che ancora una volta mostra tutte le sue lacune. La ripetizione della regata parte vicino al tempo limite, i kiwi sono pazienti e ripropongono una bella partenza, Oracle insegue da vicino ma è dietro. Dean però che ha visto da vicino la vittoria forse si è un po’ innervosito e forza malamente un incrocio lungo il primo lato di poppa, la giuria non può che assegnare una penalità ai kiwi che sono costretti a rallentare. Non basta, i kiwi inseguono rapidi e arrivano bene alla boa di poppa, dove ancora una volta pasticciano nell’ incontro con gli americani che navigano molto bene di bolina e trovano anche un fortunoso salto del vento a loro favore che rende ogni inseguimento nella poppa successiva del tutto inutile. Oracle vince con un vantaggio di 1 minuto e 24 secondi e si porta a 3 punti, ancora distante dagli 8 di New Zealand. Dean Barker appare un eroe solitario che continua a rinviare il suo incontro con il trionfo. La Coppa è tanto combattuta e per i kiwi si entra in una fase pericolosa: il programma finora è stato faticoso, pesante, e adesso che Oracle ha sistemato i suoi problemi di velocità è tutto più difficile. Adesso che succede? Si regaterà a oltranza fino a quando uno dei due raggiungerà i nove punti, necessari per regolamento. Speriamo presto